ESCURSIONI ESTIVE

L'Anello di Forni propone un percorso ai margini degli abitati suddiviso in diversi tratti da “inanellare” a piacere. Quindi partenze e rientri sono lasciati al tempo disponibile ed alla preparazione di ognuno. Lungo l'anello di Forni si attraversano boschi e radure, fiumi e torrenti con straordinari punti panoramici sulla valle e sulle Dolomiti Fiulane che sovrastano il percorso. Non mancano mai gli avvistamenti agli animali selvatici in particolare cervi, caprioli, scoiattoli, volpi, picchi e molti altri. Il tracciato è ad anello, adatto a tutti e percorribile sia in un senso che nell’altro con molte vie di rientro verso il paese. Si consiglia di percorrerlo in senso antiorario.

anello di forni di sopra

Partenza dal centro di Forni di Sopra (frazione Vico). Si percorrono le stradine interne in direzione della Mauria per poi risalire via Chianeit. Raggiunto il borgo di Stalas si gira a sinistra seguendo i segnali rossi.

logo anello di forni

Passato il rio si percorrono i prati di Pradas fino a sfiorare gli stavoli col caratteristico ruscello (R) per poi giungere, sempre con poca pendenza, alle praterie di Misiei (R). Lasciati i due stavoli si attraversa il rio (R) e dietro la casa di Clapuniei si inizia a salire verso il rudere di Glorion e fino al punto più alto dell’Anello, sull’ampio pianoro di Somaplana Poàs. Percorso il piano si scende, davanti alle case, in località Calda dove, passata l’ex Colonia seguiamo la stradina comunale fino alla statale, che si attraversa per imboccare la mulattiera che porta alle case della Roppa e, dopo il rio, al fiume Tagliamento. Lo si supera sotto lo sbarramento (acque convogliate e inviate alla diga di Sauris) fino alla strada che da Nuoitas scende, a destra dopo il ponte, alle case del Tarmau. Attraversiamo il ponte di Davâras sul fiume Tagliamento e dopo 100 metri scavalchiamo il torr. Giaf per portarci sulla destra del Tagliamento. Si percorre la stradina tra ghiaie, acque e saletti fino agli impianti sportivi dove prendiamo la strada verso Palas. Dopo un paio di chilometri, al parcheggio, si gira a sinistra per scendere al ponte sul Tagliamento che si attraversa sul ponte posto di fronte alla Centrale idroelettrica. Subito dopo il ponte, si lascia l’asfalto e, a destra di fronte al maneggio, si imbocca la pista forestale che entra nel bosco di Saliet (qui si trova anche l'anello di MTB), in piano e in salita, si raggiunge il sito del Castello di Sacuidic e continuando a salire si costeggia l'Area faunistica di Parulana e si approda alla strada statale di fronte al Camping. 
Si imbocca, poco distante, la stradina centrale del villaggio Stinsans, si sale fino alle ultime case dove parte il sentiero verso la località Masaroul, dopo la quale si attraversa il torrente Agozza per poi, prima della discesa, voltare a destra e salire all’ampio pianoro e alle caratteristiche case di Tiviei.
Raggiunto l’asfalto si scende a sinistra per terminare l’escursione scendendo in paese.

LA LUNGHEZZA DELL'INTERO ANELLO È DI CIRCA 16 KM. La vicinanza al paese consente in molti punti il rientro.
IL DISLIVELLO TOTALE DELL'INTERO ANELLO E' DI CIRCA 400
QUOTA MINIMA E MASSIMA 830 m – 1202 m
DIFFICOLTÀ T = Turistico
CARATTERISTICHE Sentieri e mulattiere
TEMPO/KM 3 ore – 6 km dal paese
PERIODO CONSIGLIATO Tutto l’anno. in inverno è percorribile con Ciaspole facendo attenzione a i tratti ripidi e ghiacciati.

APRI LA MAPPA DELL'ANELLO DI FORNI, la lunga passeggiata (anche a tappe) sui sentieri di fondovalle a Forni di Sopra Dolomiti

MAPPA ANELLO DI FORNI

 

Facile escursione che, partendo dal centro di Forni di Sopra oppure dalla frazione di Andrazza, passando per la piana ed il bosco di "Piniei", porta all'imbocco della selvaggia Val Rovadia dove sulla sinistra si trova la grande Cascata del rio "Ghirei" e la cascata del "Bruttopasso". 

 

cascata ghirei forni di sopra

 

Come raggiungere le cascate della Val Rovadia:

Il percorso può iniziare poco a valle dei laghetti artificiali in zona Davost a Forni di Sopra e dopo poche decine di metri ci si ritrova a camminare a fianco del Fiume Tagliamento. Il primo punto di interesse riguarda un affioramento di rocce ricche di gessi che, essendo solubili e friabili, determinano un evidente fenomeno franoso e un’incisione nel letto del fiume. L’area è stata messa in sicurezza con notevoli opere di ingegneria naturalistica utilizzando pietra, legno e salici per il consolidamento dei pendii. Da qui il sentiero riprende più stretto ma sempre pianeggiante e attraversa piccoli ruscelli, prati e affianca degli stavoli che ricordano l’antico utilizzo di queste aree. Finito il sentiero si attraversa il torrente DRIA (ponticello) e si passa davanti alla centrale idroelettrica per riprendere poi in leggera discesa una pista forestale che si segue fino ad incrociare la Val Rovadia. Si risale la valle, interessante per la geomorfologia e gli importanti ritrovamenti fossiliferi, fino a dove questa mantiene una pendenza contenuta. Prima che il sentiero aumenti bruscamente la pendenza, sulla sinistra appare l’alta cascata del Rio dei Ghirei, rinfrescante d’estate e ghiacciata d’inverno. Si raccomanda di fare attenzione ai sassi che possono precipitare nella stretta forra. L’intero percorso è frequentato da cervi, caprioli e altri animali è possibile osservare numerose impronte e altri segni di presenza. Non è raro inoltre avvistare le aquile.

Per chi desidera un'avventura un po' più difficile, ma molto remunerativa, c'è la possibilità di vedere la cascata del rio Bruttopasso che si trova prima della citata cascata dei Ghirei, sempre sulla sinistra, risalendo l'accumulo detritico secco del torrente. La cascata si trova dove la gola si stringe ed è incastonata tra due pareti di roccia. Il senntiero non è segnalato, munirsi di cartina.

 

cascata ghire

 

MAPPA CASCATE ROVADIA

By Mappe tabacco 

mappa cascate rovadia

 

 

 

D'inverno la cascata dei Ghirei e quelle che si trovano più internamente risalendo la val Rovadia, si trasformano in spettacolari cattedrali di ghiaccio, ideali per la pratica dell'arrampicata sportiva su ghiaccio. Leggi di più...

CASCATA GHIREI ghiaccio

PASSO SUOLA (mt. 2000) 

Il Passo Suola si raggounge risalendo l'omonima valle  passando per il rifugio Flaiban - Pacherini, m 1587, seguendo il sentiero che si snoda tortuoso senza pericoli fin sotto il sovrastante Torrione Comici, quindi lungo il crinale erboso al Passo di Suola. Da qui la vista è ampia e spazia verso Est sull’Alta Val Tagliamento, le lontane vette carniche come pure negli angoli più selvaggi e incontaminati della Val Rovadia. Verso Ovest si ammira l’imponente bastionata dolomitica delle Cime del Sion e Val di Guerra, fino alle ultime Fantoline. Idem il rientro.

Nei pressi del Passo Suola non è difficile imbattersi in magnifici esemplari di stambecco, da alcuni anni introdotti dal Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, che qui hanno trovato il loro habitat ideale.

Dislivello in salita da fondovalle: 1100 m. 

Segnavia CAI: 362 - 363

Tempo di salita dal Rifugio: 1,5 ore 

stambecco passo suola

PASSO SUOLA

 

D'INVERNO:
La Val di Suola d'inverno regala una delle migliori sci alpinistiche della zona con numerose varianti laterali come il Lavinâl di Palas ed il Palon di Suola, leggi di più...

 

CASERA LAVAZEIT (mt. 1813)

Casera Lavazeit, posta sul confine tra Forni di Sopra e Veneto è un punto di arrivo molto panoramico con vista sulle Dolomiti d'oltrepiave, monti di Tor e Cridola. Data la vicinanza con l'impianto di risalita del Varmost  e la semplicità dell'accesso, la casera può costituire già la meta ideale per una tranquilla passeggiata lungo il sentiero dedicato a Giovanni Caposassi ed al suo erbario.

MALGA LAVAZEIT FORNIDISOPRA

 

VIE DI ACCESSO:
Dalla malga Varmost lungo il facile sentiero n. 207 
Dal Passo della Mauria lungo il sentiero n. 207 
 
 
COLLEGAMENTI :
Forni di Sopra ore 3 - sent. n. 207
Casera Varmost lungo il sent. 207
Casera Tartoi  Dalla casera Lavazeit ci si porta ad ovest per raggiungere il sentiero n. 243 che sale prima a Forcella e poi alla casera Tartoi.
Passo della Mauria, sent. 207 

 

MAPPA ESCURSIONE PER CASERA LAVAZEIT
 

casera varmost forni di sopra map

 

 

TRUOI DAL VON, sentiero dell'avo

Il Truoi dal Von, in dialetto fornese “sentiero dell'avo” è un itinerario adatto a tutti gli escursionisti che si sviluppa su un rilievo addossato alle creste delle Dolomiti Friulane, sulle pendici del monte Cimacuta a Forni di Sopra.

Perchè si chiama Truoi dal Von?

Il Truoi dal Von che in dialetto fornese significa "sentiero del nonno" (o dell'avo) prende il nome da un caratteristico macigno di conglomerato che si trova sul costone di Pocagneit e chiamato Clap dal Von (Sasso dell’avo). Il Truoi dal Von è stato realizzato dall'ente Parco delle Dolomiti Friulane ed inaugurato nel 2006.

truoi dal von forni di sopra

 

Il percorso del truoi dal Von:

Dal parcheggio di Santaviela (di fronte alla stazione della seggiovia Varmost) si risale la pista forestale di fondovalle seguendo il Tagliamento verso monte fino al ponte Davaras, dove si segue la strada per il rifugio Giaf e si raggiunge la tipica fornace da calce ottocentesca recentemente restaurata.


Poco dopo in località Borsaia, si attraversa il torrente e si risale la valle Lavinal dal Ors lungo la carrareccia (sentiero CAI 367) sino alla ultima grande briglia che si attraversa a monte dove inizia il Truoi dal Von. Risalendo il pendio si incontrano i resti di una prima carbonaia e poi il primo punto panoramico con ampia visione sui ghiaioni del Lavinal (con antiche e recenti opere di consolidamento), sulle verticali pareti delle Dolomiti Friulane: forcella Scodavacca e Gruppo del Cridola. Si prosegue ai margini dei resti di una seconda carbonaia, attraverso un bosco misto di faggi ed abeti fino a scavalcare la forcella dei Tuis per sostare, poco più avanti sul punto di osservazione più alto del tragitto con vista sui pendii del Varmost, Malga Tragonia e Gruppo del Tiarfin.

Poco più in basso si trova una panchina che consente una sosta con vista sulle Tre Cime di Lavaredo e subito dopo il terzo belvedere da cui si ammirano i gruppi dolomitici del Cridola e dei Monfalconi. Il sentiero prosegue in discesa nel bosco fino al quarto belvedere, un balcone aperto sull’abitato fornese e l’alta Val Tagliamento; infine presso il caratteristico Clap dal Von si raggiunge l’ultimo punto panoramico sul monte Cimacuta. Si scende ancora attraverso il bosco fino alle baite di Pocagneit, si attraversano doline e ghiaioni fino a inoltrarsi tra i Clapòns (massi) di Soraruoi. Raggiunta la pista forestale e svoltando a destra si percorrono i gradini in discesa del “Sentiero dei bambini”; giunti al Puont (ponte) dal Sirai si attraversa il Tagliamento e si rientra al parcheggio di Santaviela.

 

Nel mese di giugno, lungo il Truoi dal Von, è possibile ammirare le fantastiche Cypripedium Caceolus "scarpette della Madonna" un'orchidea slvatica molto rara che riesce ad incantare qualsiasi osservatore.

orchidea scarpetta madonna truoi dal von forni di sopra

 

SCARICA QUI LA MAPPA DEL TRUOI DAL VON:

mappa truoi dal von forni di sopra 02

altimetria truoi dal von fornidisopra

 

Il Truoi dail Von può essere percorso anche d'inverno, con le ciaspole. L'Info Point turistico di Forni di Sopra vi può dare le indicazioni per le gite con guida.

 

truoi dal von forni di sopra

 

truoi dal von forni di sopra dk 01

ANELLO DI BIANCHI, sentiero panoramico nelle Dolomiti Friulane

Percorso semplice in ambienti dolomitici estremamente panoramici che vuole essere un omaggio alla memoria del fornese Coradazzi Iginio “Bianchi”, eroe decorato della Prima Guerra Mondiale, Guida Alpina e pioniere dell’alpinismo fornese.

ANELLO DI BIANCHI ESCURSIONISMO DK fornidisopra

 

Anello di Bianchi (Anèl di Bianchi)
DISLIVELLO 300 m. (Dal Rifugio Giaf)
QUOTA MINIMA E MASSIMA 1405 m – 1705 m
DIFFICOLTÀ E = Escursionistico
CARATTERISTICHE Sentiero
TEMPO/KM 3 ore - 5 km
PERIODO CONSIGLIATO Primavera, estate, autunno

CARTE E SEGNAVIA CAI, Sentieri numero: 346-340-342
PUNTI DI APPOGGIO Rifugio Giâf
PARTENZA dal Rifugio Giâf

 

ANELLO DI BIANCHI dolomiti friulane

 

Descrizione del sentiero ANEL DI BIANCHI:

Il sentiero Anel di Bianchi è uno dei più suggestivi delle Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave in quanto si sviluppa sotto le alte pareti rocciose dei Monfalconi e del Cridola. Il sentiero parte dal rifugio Giâf (vedi descrizione qui), si segue il segnavia n. 346 per pochi minuti. Al primo bivio (tabella) si prende a destra il sentiero 340 che attraversa l’ombroso bosco di conifere sino al costone di mughi che si supera giungendo al panoramico punto di vista sulla vallata. Continuando si raggiunge il pianoro del Cason del Boschet (m 1705) dove si trova un campaniletto eretto in memoria della guardia gampestre Ermenegildo Antoniacomi "Canova" contenente quattro dipinti di artisti fornesi.

anello di bianchi boschet dolomiti forni di sopra dk 96

Dal pianoro del Boschèt è possibile svoltare a sinistra lasciando il sentiero N. 340 per aggirare il costone ed ammirare il grande e selvaggio versante del Valonùt di Forni, spesso abitato da branchi di camosci. Proseguendo si raggiunge la Mescala, la Forca del Cridola ed il Bivacco Vaccari, ma qui l'impegno fisico è più grande, quindi si consiglia di rientrare al Boschet per prseguire lungo l'anello di Bianchi. Lasciato il campaniletto, si scende lungo il panoramico tracciato con di fronte le alte guglie dei Monfalconi, l’intaglio della Forcella Giaf, la verticale Torre Spinotti.

Procedendo in silenzio si possono incontrare i diffidenti camosci, una vasta gamma di fiori e, in stagione, è possibile farsi una scorpacciata di mirtilli. Alla fine della discesa si incrocia il sentiero N. 346 (possibilità di rientro al rifugio) che si percorre per breve tratto per poi piegare a sinistra verso il sentiero 354. Passando sotto i bastioni spettacolari della Torre di Forni fino alla forcelletta (punto molto panoramico sopra il Rifugio Giaf) e poi dopo piccoli salti (vi è la presenza di un cavo di sicurezza) e mughi raggiungere il sentiero di rientro N. 342 che da Forcella Cason ci porta al rifugio Giaf.

NOTA. L'anello di Bianchi può essere percorso anche in senso contrario.

Vista lungo la parte alta dell'Anello di Bianchi, Dolomiti Forni di Sopra

anello di bianchi boschet dolomiti forni di sopra

 

 Cartina, by Tabacco maps:

ANELLO DI BIANCHI ESCURSIONISMO MAPPA CARTINA


INFO SU ANEL DI BIANCHI: Rifugio Giaf LINK

 

CLAP VARMOST  (mt.1754)

Il "Clap Varmost" è una sorta di solitario monolite che si affaccia sulla valle di Forni di Sopra, prende il nome dall’area circostante con stavoli, prati e l’omonima malga. Facilmente raggiungibile offre un panorama bellissimo, molto aereo sul verticale versante Sud da dove si puo ammirare tutta l’alta val Tagliamento, con lo sguardo che può spaziare a 360 gradi, dalle Dolomiti Friulane alle varie malghe al Clap Savon, dal Pramaggiore ai Monfalconi, dal Cridola fino alle Tre Cime con le Dolomiti cadorine.

CLAP VARMOST PANORAMICA FORNIDISOPRA

 

ESCURSIONE PANORAMICA AL CLAP VARMOST, Forni di Sopra

Durante i mesi estivi dalla cima non di rado si ha la possibilità di veder volteggiare gli amanti del volo libero, che sfruttando le termiche create dalla parete verticale si alzano verso il sole a contrastare le frequenti poiane. Inoltre per gli appassionati dell’arrampicata sulle pareti Ovest c’è la palestra di roccia, oltre a varie salite di media lunghezza, come la tipica fessura o il preoccupante strapiombo che si protende sulla sottostante pista da sci. Le salite storiche sul versante Sud-Est sono di A.Antoniacomi-G.Perotti, 1950; A.Antoniacomi-D.Cella, 1953; L.Coradazzi-S.Maresia, 1957.

Sullo spigolo sud ovest del Clap Varmost c'è una spettacolare Ferrata Sportiva che dal caratteristico sperone al piede dello spigolo Sud risale le vertiginose placche sino alla cima. Leggi di più sulla ferrata del Varmost.

Ferrata Varmost forni di sopra

I paesani lo chiamano semplicemente  al Clap“ (il sasso) per la sua forma tondeggiante e isolata, da cui poi si ha “in som, sot, davour al Clap“ (in cima, sotto, dietro il Sasso). L’enorme e caratteristico conoide di sfasciumi e grandi massi, presente sul versante meridionale, viene chiamato “al Masareit “.

La cima erbosa era uno degli antichi siti dei falò di Ferragosto, assieme al "Pic di Siela" e al "Boschet". In quella notte, accanto alla croce, i pastori della malga accendevano il fuoco notturno propiziatorio ben visibile dal paese e dalle altre malghe.

ACCESSO :
Dalla frazione di Vico (mt. 910) si sale alla località “Chianeit“, per poi continuare sulla strada forestale (segnavia C.A.I. 207) che porta in malga aggirando da S-O l'incombente mole del "Clap". Passato “In Som al Picol“ (mt.1445), col "Rifugio la Baita" e la prima stazione degli impianti a fune, si prosegue lungo la strada che si snoda sulla pista da sci verso i pascoli, fino ai mt.1634 dell'insellatura di “Senas“. Qui invece di proseguire per la soprastante casera voltiamo a destra per umidi prati, dove un indicazione segnala il sentiero, poi nell'abetaia saliamo il gibboso costone del "Clap", dove in breve raggiungiamo la panoramicissima cima.Ore 2.30 ore circa dal paese.
Nei mesi turistici é possibile usufruire del primo (volendo anche del secondo) tronco di seggiovia, così tutto risulta più facile.

 

Foto sotto: panoramica sulle Tre Cime di Lavaredo dal Cla Varmost a Forni di sopra

panoramica tre cime di lavaredo da forni di sopra

Escursioni Varmost - Forni di Sopra

MONTE SIMON (mt. 2123)

Il monte Simon è una panoramica cima erbosa, già pascolo, che si erge al di sopra delle malghe "Varmost e Lavazeit“. Il magnifico panorama che regala questa cima è alla portata di tutti. Da quassù si possono ammirare le cime frastagliate delle Dolomiti Friulane con i gruppi del Cridola e dei Monfalconi di Forni, il Pramaggiore e la Val Di Suola, i vicini Tudali e Tiarfin, il Clap Savon, la lontana Civetta, le Tre Cime di Lavaredo, l’Antelao, il Pelmo. Verso est si ammirano i monti friulani dalle Alpi carniche alle Giulie e tanto ancora.

Il Monte Simon facilmente raggiungibile dalla seggiovia del Varmost offre un panorama davvero incredibile.

monte SIMON forni di sopra mtb

 

ESCURSIONE PANORAMICA AL MONTE SIMON, a Forni di Sopra

Salendo le pendici del Simon (lungo i pascoli erbosi sede della pista di sci nei periodi invernali) non é raro osservare il capriolo che esce dai larici, rimanere sorpresi dal volo rumoroso dei galli forcelli, vedere il camoscio che scollina dietro l'orizzonte o sentire il grido della poiana che riempie il cielo. Nel prato non mancano i colori di timidi fiori che nessuno si sogna di cogliere.
Facile camminata ad una quota non elevata che regala impensabili visioni.
Il nome nella traduzione letterale fornese si lega sia all’antroponimo Simone che all’oronimo Cimone; sicuramente la seconda definizione appare più esatta, data la perfezione geometrica dei suoi costoni erbosi.

ACCESSO :
Come per tutta la grande zona del "Varmost" saliamo da Vico avendo sempre come punto di riferimento l’imponente e pacifico monolite. Dopo i prati di Pradas, il ghiaione, la stazione seggioviaria, procediamo lungo la strada forestale che ci porta direttamente in casera. Il segnavia é il 207. Giunti in malga "Varmost" (mt. 1758) si prosegue lungo la pista di sci, che si snoda a ridosso della stazione della seggiovia, percorrendo il canalone che porta all'evidente forcella "Tarondon" tra i monti “Crusicalas“ e “Simon“, nei pressi del traverso che collega la stazione di arrivo alla pista. Indi si risale il costone erboso fino in cresta, da qui direttamente alla cima. Dislivello in salita mt.1200, tempo circa tre ore e mezza. Adatto agli appassionati d'ogni genere questo costone erboso offre notevoli scorci panoramici e osservazioni naturalistiche.
Nei mesi turistici é possibile usufruire dei due tronchi di seggiovia, così tutto risulta più facile.

monte SIMON forni di sopra

RIFUGIO GIAF (mt.1400)

Rifugio CAI inserito in un ripiano boscoso all'interno del "Parco delle Dolomiti Friulane", ai piedi del coston di Giaf, dove l’ambiente tipicamente Dolomitico delle cime frastagliate, degli arditi torrioni e delle nude pareti contrasta magnificamente col verde dei boschi situati sui più dolci versanti della valle.

rifugio giaf dolomiti

 

STORIA DEL RIFUGIO GIAF:

Il rifugio, voluto dalla Guida Alpina Iginio Coradazzi “Bianchi“ e costruito dall’amministrazione comunale di Forni di Sopra, venne innaugurato nel 1947 dopo che i lavori erano iniziati fin dal 1940. L'edificio sorge su uno spiazzo che sovrasta il campivolo della vecchia malga, recentemente ristrutturata dal Parco, proprio sopra la chiesetta (ove sorgeva l'antico "cason"), edificata nel 1949 con l'auspicio dell'ing. Dino Cella in onore del fratello Erminio morto sul Pal Piccolo, con a fianco il cenotafio che rammenta agli escursionisti gli appassionati caduti su queste montagne Sullo stesso pianoro si trova anche il caratteristico edificio, realizzato nei primi anni '50, in funzione di rustica "dependance" oltre che di bivacco invernale.

Il nome "Giaf “(cavea) viene dato sia alla valle che al torrente ed è sinonimo di catino, depressione, avvallamento, vallone ghiaioso o erboso. Ma la sua radice é legata principalmente all’enorme forcella che si apre tra Monfalconi e Cridola, che per i Fornesi é semplicemente la "Forcia", mentre dai confinanti cadorini é chiamata “Scodavacca“. Significato che si presuma derivi da “scolum acquae“, dovuto alla sua eminente funzione di spartiacque tra Piave e Tagliamento.
Da sempre il Rifugio è un importante punto di riferimento per turisti e alpinisti, frequentato da eminenti scalatori e studiosi, oltre che da tutti gli appassionati fornesi, in tutte le stagioni e con qualsiasi tempo. Si racconta in proposito che nelle giornate piovose, al tempo di Casara, gli alpinisti presenti si allenassero salendo il bugnato spigolo S-O del fabbricato.

Per rispondere a questa continua presenza "Gino Bianchi“, pioniere dell’alpinismo fornese, vide la necessita di creare un punto d’appoggio per i sempre più numerosi alpinisti attratti dai Monfalconi e dal Cridola.
Per far fronte a questo crescente interesse la sua struttura si è nel tempo ingrandita e migliorata, grazie al sostegno delle varie amministrazioni comunali, della SAF di Udine e della Sezione CAI di Forni di Sopra, che ne cura la gestione.

Tra i primi gestori si ricordano, oltre alla famiglia Coradazzi (1947-1954), Micoli, Schiaulini & Ferigo, il famoso "Biondo" (Luigi Galiussi) seguito da Coradazzi Ugo "Bianchi", che negli anni '60 chiusero un'epoca. Dopo le brevi parentesi di Ticò Giglio e Anziutti Bruno, si arrivò alle lunghe gestioni di De Santa Marco e Lozza Stefano seguiti poi dalla famiglia di Bortoluzzi Oreste. Gli ultimi gestori sono stati Antonietta Spizzo e, dal 2020, Tommaso Lizzi con Alessandro Puntoriero e Marco Politi

Tel: 338.7856338
Emal: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito web: www.rifugiogiaf.it

rifugio giaf dolomiti

NEI DINTORNI DEL RIFUGIO
Giaf=Incavo in fornese. Nome importante nella storia dell'alpinismo legato alla conquista di queste crode. Da qui passarono famosi pionieri. Già i nomi delle vette che ci sovrastano richiamano alla memoria quelle leggendarie figure: Barbe, Bianchi, Alfonso, Coradazzi (la guida fornese che per primo lo gestì segnando un'epoca), Berti, Hubel, Both, Cozzi, Koegel, Pitacco ...
Da qui si possono compiere salite estreme sulla rossa dolomia, oppure raggiungere l'omonima forcella e il sottostante rifugio Padova in Cadore; salire sulla punta più alta di questi monti (Cridola mt.2584) o frequentare i bivacchi in quota (Marchi-Granzotto e Vaccari), visitare l'originale apertura del "Porton dai Monfalcons" o spingersi verso la Val Montanaia ad ammirare il famoso "Campanile", arrampicarsi sulla vicina "Torre di Forni" oppure immergersi nell'infinito spettacolo che offre il circostante "Anello di Bianchi".

CARATTERISTICHE:
La solida struttura in pietra ben si inserisce nell’ambiente circostante, un ripiano boscoso all'interno del "Parco delle Dolomiti Friulane", ai piedi del coston di Giaf, dove l’ambiente tipicamente Dolomitico delle cime frastagliate, degli arditi torrioni e delle nude pareti contrasta magnificamente col verde dei boschi situati sui più dolci versanti della valle.
Attualmente, dopo vari lavori di ampliamento, dispone di 50 posti letto divisi, tra primo e secondo piano, in camere e cameroni, di sette bagni e tre docce, di servizio bar e ristorante al piano terra con circa 100 posti a sedere tra interno e esterno, telefono pubblico e chiamata del soccorso alpino. L'ambiente é arricchito con disegni, carte topografiche e, attorno al focolare, molte fotografie che fanno la storia di queste crode.
Particolarmente curata la gastronomia con i suoi piatti tradizionali.
L'acqua giunge direttamente dalla copiosa sorgente, che sgorga poco distante, sia nella fontana esterna che per i servizi interni.
E' dotato di parco giochi per bambini, campo da bocce, locale invernale.
Proprietario dell’immobile è il Comune di Forni di Sopra mentre la gestione è del C.A.I. Sezione di Forni di Sopra. Telefono del rifugio 0433/88002

 

FORCELLE vicine al rifugio Giaf:

Giaf o Scodavacca, Alta di Scodavacca, Sigaro, Alfonso, Las Busas, Cason, Alessandra, Pecoli, Urtisiel; Forca del Cridola, Tacca del Cridola, Torre Cridola, La Cuna, Valonut, Mescala.

ESCURSIONE PANORAMICA AL RIFUGIO GIAF a Forni di Sopra

ACCESSO :
Da Forni di Sopra: l'accesso all'importante area dov'é ubicato il rifugio, che va dai monti Tor, al Cridola, ai Monfalconi, avviene uscendo dall'abitato di Vico verso il passo della Mauria lungo la statale 52 della Carnia, dove dopo 3 km. in località Tarmàu troviamo sulla sinistra (mt. 966) l'innesto della strada di Giaf. La si percorre interamente nel suo tratto asfaltato sino all'area di sosta con parcheggio (mt. 1050).
Da qui, salvo accordo-navetta col gestore, si prosegue solamente a piedi, sia lungo la normale strada bianca in circa un'ora, oppure lungo il sentiero 346 che, dal primo tornante a quota 1106, costeggia la sponda dx del rio Giaf regalando panorami molto suggestivi per arrivare al Rifugio in circa 45 min.
Dal Passo della Mauria: si parte direttamente dal parcheggio a quota 1298 imboccando il sentiero 341 che attraversando e risalendo le sponde dei torrenti Torre e Fossiana conduce in circa due ore e trenta al Rifugio. Il percorso escursionistico e consigliato a tutti ed offre una gran varietà di scorci panoramici. Ore 3.00
Dal Rif. Padova: Dal rifugio (mt.1278), magari raggiunto in auto da Domegge, si sale l'intera Val Prà di Toro fino alla grande Forcella Scodavacca (mt. 2043) e continuanto sempre su segnavia 346 si scende direttamente in Giaf. Ore 3.00

COLLEGAMENTI :
Rifugio Pordenone mt. 1249, ore 4 - n° 361
Rifugio Flaiban Pacherini 1587, “Truoi dai sclops“ ore 6 - n° 361, 369, 367, 362
Rifugio Tenente Fabbro mt. 1783, (Alta via dei silenzi) ore 6 - n° 341, 207, 336
Bivacco Aldo Vaccari mt 2050, ore 2.30 - n° 340
Bivacco Marchi Granzotto mt. 2170, ore 2.30 - n° 342
Posto tappa: Carnia trekking, alta via dei silenzi n° 6, Anello Dolomiti friulane e Anello del Cadore.

 

rifugio giaf dolomiti winter

 

TRUOI DAI SCLOPS, sentiero delle Genziane

Questo spettacolare percorso comprende molte delle caratteristiche più interessanti delle Dolomiti Friulane: dalle pareti verticali del gruppo del Pramaggiore e dei Monfalconi di Forni alle tranquille praterie alpine, dalla vegetazione dei boschi di fondovalle ai fiori rari o endemici delle alte quote, dagli incontri con stambecchi, camosci e aquile reali.

truoi dai sclops sentiero delle genziane forni di siora dolomiti driulane dk

 

Perchè si chiama Truoi dai Sclops?

Il Truoi dai Sclops che in dialetto fornese significa "sentiero delle Genzianelle" prende il nome dalla stupenda Gentiana Froelichii (Genziana Cerulea) il bellissimo e raro fiore molto presente lungo il percorso, in particolare nelle piccole zolle di prato che costeggiano i sentieri ghiaiosi del Parco delle Dolomiti Friulane.

 

118 gentiana froelichii Genziana Cerulea sclop fornidisopra

 

Il percorso del truoi dai Sclops nelle Dolomiti Friulane:

Per percorrere il Truoi dai Sclops, si parte dall'abitato di Forni di Sopra, e precisamente dalla località Davost (quota 900 m.) , dove si può parcheggiare l'auto per proseguire a piedi per la strada forestale (indicazioni per il rifugio Flaiban-Pacherini) fino al sentiero della Val di Suola (CAI 362) che conduce al rifugio ricostruito ed ampliato nel 2007 (1587m slm).

Dal Rifugio Flaiban Pacherini qui si può proseguire per il sentiero CAI 362 che scavalca il Passo del Mus (2063m slm), scende pochi metri sul versante sud e si collega al sentiero CAI 369; oppure, lasciato il sentiero CAI 362, si sceglie il sentiero che sale il Palon di Suola e giunge direttamente alla Forcella Fantulina alta dove si unisce con il CAI 362 per arrivare alla Forcella dell’Inferno (2175m slm). In entrambe i casi questa è la parte più faticosa del Truoi dai Sclops ma che spesso viene ripagata con l’avvistamento di stambecchi, camosci e della pernice bianca che frequenta questi ripidi versanti.

Da questa forcella si scende prima nella selvaggia Val di Brica, si scavalca quindi l’omonima forcella (2088m slm) per scendere infine nelle suggestive praterie alpine di Canpuros dove si trova una sorgente d'acqua cristallina e un antico ricovero in tronchi. Camminare sul vellutato prato di Canpuros (o Campuross) è un'esperienza straordinaria, il silenzio, il profumo dei fiori, l'avvistamento (quasi certo) di camosci o stambecchi, rendono questo posto veramente magico. L'istinto è quello di togliersi gli scarponi e camminare scalzi lungo la prateria alpina che è situata a 1900 metri di quota.

Continuando il Truoi dai Sclops, si inizia la discesa lungo una valletta tra mughi e radi larici fino un bivio che ci permette una sosta alla ormai vicina Casera Valbinon (o Val Menon 1778m slm) e a cui si torna per percorrere il traverso panoramico sulla Val Cimoliana e sulla Cima dei Preti, tra fitti mughi fino alla Forcella Urtisièl (1990m slm). Dalla forcella il sentiero scende prima lungo un ghiaione, piega quindi a sinistra, supera un crinale e scende infine al rifugio Giaf (1400m slm). Dopo una meritata sosta in rifugio sia il sentiero CAI 346 che la strada forestale consentono un agevole ritorno a Forni di Sopra.

 

SCARICA QUI LA MAPPA DEL "TRUOI DAI SCLOPS":

CARTINA TRUOI SCLOPS FORNIDISOPRA

altimetria TRUOI SCLOPS FORNIDISOPRA

 

Il Truoi dai Sclops può essere percorso anche d'inverno, con gli sci da Alpinismo (riservato ad esperti), qui un video che illustra l'intera attraversata.

 

Lungo questo percorso, ogni anno, viene organizzata una gara di corsa non competitiva denominata Trail delle Dolomiti Friulane, l'evento richiama molti podisti ed escurionisti che vogliono attrraversare, il Truoi dai Sclops, uno dei percorsi più suggestivi e selvaggi delle Dolomiti Friulane.  Vai alla pagina della corsa...

Sky Trail race delle Dolomiti Friulane

 

FORCELLA SCODAVACCA (O DI  GIAF) mt. 2043

L'enorme, geometrica apertura che divide Carnia e Cadore e separa il "Cridola dai Monfalconi" é una meta obbligatoria per chi da Forni di Sopra se la trova sempre di fronte. La Forcella Scodavacca, dai fornesi chiamata Forca di Giaf, è una delle forcelle più ampie delle Dolomiti, incastonata fra le quinte vertiginose delle Dolomiti Friulane è un vero simbolo della valle di Forni di Sopra.

FORCELLASCODAVACCA GIAF FORNI DI SOPRA dolomiti

 

ESCURSIONE PANORAMICA ALLA FORCELLA SCODAVACCA a Forni di Sopra

La visione tipicamente dolomitica già ci si presenta davanti attraverso i larici e sopra i mughi "dalas Busas di Giaf". Sfioriamo dapprima l'affascinante, strapiombante Torre Spinotti. Raggiunto il costone centrale ci troviamo attorniati da pareti, guglie e pinnacoli che forano l'azzurro. Da una parte gli alti "Crodon" e "Monfalcon" colle loro varie torri; dall'altra le complicate cime della Cuna, le torri Both e Hubel. Affrontiamo decisi i ghiaioni che portano alla valletta sommitale e quindi alla "la Forcia". Siamo vicini alle crode, ai piedi della Forcella di Tacca, dove inizia la scalata al monte Cridola, nei pressi del cippo che ricorda l'alpino travolto dalla valanga nel 1971, di fronte ai "Monfalconi", a quella sorta di frastagliata scogliera che emerge dai flutti dei ghiaioni. Costeggiando le rocce della Cima Maddalena sino al primo anfratto troviamo la sorgente che sgorga fredda dalla parete, camminando spesso su un tardivo nevaio.
Una curiosità ottocentesca é quella che a Forni di Sopra era anche chiamata "Fursiela dai Franseis", mentre a Domegge di Cadore "Forca dei Tedeschi".

ACCESSO :
La strada é quella descritta verso il rifugio Giaf (mt.1400), oltrepassato il quale si imbocca il sentiero, sempre con segnavia 346, che sale in forcella e poi prosegue attraverso Val Prà di Toro fino al rifugio Padova (mt.1278) e quindi giù a Domegge di Cadore.
Il rientro avviene sullo stesso percorso oppure, al piede del ghiaione, prendendo la valletta di dx che sfiorando i ghiaioni dei Monfalconi va a incrociare l'Anello di Bianchi e il sentiero 354 che scende al rifugio.

FORCELLASCODAVACCA GIAF FORNI DI SOPRA dolomiti

 

La grande Forcella Scodavacca come si vede dal centro dolomitico di Forni di Sopra:

FORCELLASCODAVACCA GIAF FORNI DI SOPRA dolomiti

RIFUGIO FLAIBAN PACHERINI (mt.1587)

Il rifugio Alpino Flaiban Pacherini sorge in una delle zone più interessanti del "Parco delle Dolomiti Friulane", su di uno stretto terrazzo verde a fianco del ruscello e di fronte alla Fantoline. L’ambiente circostante e quello classico e imperdibile delle valli Dolomitiche, dove i lunghi ghiaioni si mescolano con i fitti mughi e i camosci con gli stambecchi.

rifugio FLAIBAN PACHERINI dolomiti winter

 

STORIA DEL RIFUGIO FLAIBAN PACHERINI:

Nel 1955 il Comune di Forni di Sopra e la Locale Azienda di Soggiorno, utilizzando a scopo addestrativo un cantiere scuola, decisero di costruire un piccolo edificio di muratura, in sostituzione del “Cason di Suola“, povero ricovero in legno usato dai pastori durante il pascolo estivo delle circa 250 pecore fornesi.
Il luogo prescelto, quasi obbligato, é stato il versante Est dell'alta Val di Suola, dove scorre l'unica sorgente e scorrono raramente (ma non tanto come vedremo) distruttive slavine.
L’edificio, senza arredo e servizi, rimase inutilizzato fino 1956, quando venne ufficialmente concesso in uso alla sezione C.A.I. XXX ottobre di Trieste, la quale, col suo gruppo rocciatori era in quegli anni particolarmente attiva nel vicino Gruppo del Pramaggiore-Sion. L’anno successivo (21.10.1957) il rifugio venne inaugurato e dedicato agli alpinisti triestini Nino Flaiban e Fabio Pacherini.
La non grande struttura era dotata di caminetto, spazio cottura, un piccolo dormitorio e servizi di ristoro. Nel 1969 venne sottoposta ad una prima ristrutturazione. Però alcuni anni dopo (1974-75) la muratura subì gravi danni e venne parzialmente distrutta dalle slavine. Nel '76 viene effettuata la risistemazione, ripetuta infine con ulteriori interventi nel '95.
I gestori di questo Rifugio-rifugio sono stati parecchi, da vari triestini a Perissutti Mario con Ero & Cide, all'indimenticato "Orso della Val di Suola", Mauro Conighi morto nel 1997 sotto la gerla mentre scendeva a fare provviste in paese, giungendo infine agli appassionati fratelli Marini e al tenace Mitri.
Nel 2008 il rifugio è stato ampliato per migliorare l’edificio e la capienza. Nello stesso anno è stato ampliato anche il sentiro di acceso allargandone la traccia che ne agevoli i rifornimenti.

NEI DINTORNI DEL RIFUGIO
Le cime di riferimento per questo rifugio dell'alta Val di Suola sono quelle che fanno da corona alle valli circostanti dell'Inferno, di Guerra, di Brica. Partendo dal Pramaggiore al complesso gruppo del Sion, dal Torrione Comici con la sua ferrata Cassiopea alle Fantoline, dal Pic di Mea alla Punta Dria. I percorsi, oltre al conosciuto "Truoi dai Sclops" verso Valmenone e Giaf, ci portano in Val Settimana e al rifugio Pussa, a scendere la remota e misteriosa Val Rovadia o la selvaggia Val di Brica, a raggiungere il rifugio Pordenone dalla Val Postegae, a gustare quel piccolo gioiello che é la Val di Guerra..

CARATTERISTICHE :
Il rifugio Alpino Flaiban Pacherini sorge in una delle zone più interessanti del "Parco delle Dolomiti Friulane", su di uno stretto terrazzo verde a fianco del ruscello e di fronte alla Fantoline. L’ambiente circostante e quello classico e imperdibile delle valli Dolomitiche, dove i lunghi ghiaioni si mescolano con i fitti mughi e i camosci con gli stambecchi.
Tutt’intorno si ergono svariati campanili e torri strapiombanti che caratterizzano questi luoghi.
La struttura del Rifugio, completamente in muratura, si sviluppa su due piani con 4 vani complessivi, dispone di 14 posti letto piu 4 d’emergenza, di bagno, cucina e bar con circa 40 posti a sedere tra fuori e dentro. E' pure presente un piccolo locale invernale
La proprietà dell’immobile è del Comune di Forni di Sopra mentre la gestione è della sezione del C.A.I. XXX Ottobre di Trieste. Il numero di Telefono e il 0433/88555, il gestore è Claudio Mitri 328-8183636

 

FORCELLE vicine al rifugio Flaiban Pacherini: Passo Suola o Grua, Rua, Sidon, Pramaggiore, Pas dal Mus, Dell'Inferno, Lavinâl vert, Posta dei Camosci, Riguota.

 

ESCURSIONE PANORAMICA AL RIFUGIO FLAIBAN PACHERINI a Forni di Sopra

ACCESSO :
Da Forni di Sopra-Vico: si prende la strada comunale, chiusa alle auto, che parte dagli impianti sportivi e passando dietro la piscina (mt.878) ci porta lentamente in Val di Suola, alla sosta attrezzata dove inizia il sentiero 362 (mt.995). Si sale il bosco già alpino fino ad uscire sull'orizzonte dei mughi. Dopo alcuni strappi siamo all'aperto, sul grande ghiaione prodotto dalle Fantoline che tagliamo completamente, non senza esserci fermati a dialogare al cenotafio di Mauro Conighi. Ripartiamo più leggeri e già intravediamo i prati dove sorge il rifugio, che le propaggini della Cima Suola ancora nascondono (ore 2.30).
Da Forni di Sopra-Andrazza (1): dalla curva a gomito della vecchia statale si scende verso il Tagliamento dove, prima del ponte si parcheggia l'auto (mt.837). Si attraversa il fiume, si riempie la borraccia all'ottima sorgente e si imbocca decisamente il sentiero 362 che, proseguendo senza deviazioni, ci porta dritti all’incontro con la strada forestale, dov’è allestita l'area per pic-nic. Da qui come il precedente percorso (ore 2.00).
Da Forni di Sopra-Andrazza (2): si scende sempre verso il Tagliamento, non fermandoci al primo ponte bensì, dopo cento metri, attraversando il secondo per parcheggiare nei pressi della centralina idroelettrica (mt.830). Si imbocca la strada che scende costeggiando il fiume e la si percorre, attraversando ampi prati e boschi, sino alla scarpata del torr. Rovadia (mt.900). Ora, senza scendere sulle ghiaie, prendiamo il sentiero che lungo l'alto argine sinistro ci porta all'enorme greto alluvionale. Lo percorriamo con curiosità, cercando di seguire i labili segnavia, fin di fronte alla bella cascata (mt.1022). Poco dopo lasciamo il fondovalle per salire il ghiaione che, dalle punte Dria e Suola, scende ortogonale da Ovest. Dopo circa 300 metri il sentiero piega verso Sud e si inoltra nel bosco (mt.1106). Saliamo la fitta vegetazione, incontriamo punti panoramici, protezioni artificiali per poi scartare a destra 100 mt. prima della frana (visita) che ha interrotto l'antico tracciato, salendo il panoramico costone che poi attraversiamo sino ai massi dell'ex casera Rua. Da qui per prati raggiungiamo il Passo Suola (mt.1994) che ci gratifica di un eccezionale spettacolo vicino e lontano. Quindi seguendo l'evidente tracciato scendiamo al sottostante rifugio.(ore 4.00)
P.S. I due percorsi da Andrazza possono, da entrambe le parti, essere chiusi ad anello.

COLLEGAMENTI :
Rifugio Pordenone mt. 1249, ore 3.30 - n° 362
Rifugio Pussa mt. 930, ore 7 - n° 363, 366
Rifugio Giaf mt. 1400, “Truoi dai sclops“ ore 6.30 - n° 362, 367, 369, 361
Bivacco casera Pramaggiore mt. 1812, ore 2.30 - n° 363, 366
Cason di Brica mt. 1745, ore 3.00 - n° 362, 367, 379
Posto tappa: Carnia Trekking, Anello Dolomiti Friulane

 

rifugio FLAIBAN PACHERINI dolomiti wint

 

BIVACCO "MARCHI - GRANZOTTO" (mt. 2170)

la Val Monfalcon di Forni è senza dubbio una delle più belle e selvagge valli delle Dolomiti. Il bivacco Marchi Granzotto si trova la centro dell'infinito gruppo dei "Monfalconi". Quelli di Forni, “Monfalcons di For“, sono quel gruppo tipicamente dolomitico che va dalla "Forcella Giaf-Scodavacca" a quella dei "Pecoli", con al centro il "Monfalcon di For" di mt. 2463 che svetta tra “Crodon di Giaf“ e "Forcella dalas Busas".

bivacco marchi granzotto monfalconi dolomiti forni di sopra

 

ESCURSIONE PANORAMICA AL BIVACCO MARCHI GRANZOTTO, Val Monfalcon di Forni

Tipico bivacco “Fondazione Berti“ il Marchi-Granzotto e situato in un posto strategico nel catino terminale della Valle Monfalcon di Forni, dove si incrociano i sentieri CAI 342, 349, 359 che salgono dai fondovalle. La struttura è sempre aperta e offre 9 posti letto. Nel piccolo prato sottostante, ben visibile ai piedi della "Cima Barbe", troviamo, quasi sempre, una fresca sorgente, che alimenta i caratteristici pozzi più in basso, questi sì perenni, lungo il sentiero che scende la valle.


Il nome "Monfalconi" é presente in una vasta area e viene generalmente tradotto come “Monte dei Falconi“. Ci pare più consono, nel nostro caso, pensare ad un “Falco-onis“ un monte cioè dal carattere fiero ed indomabile un mondo verticale, inaccessibile e labirintico che ci guarda dall’alto in basso. Una particolarità di queste crode è data dal “Porton“, caratteristica apertura alta una decina di metri, facilmente raggiungibile dal Bivacco attraverso i ghiaioni. Questo spettacolare varco si affianca alla omonima cima che si erge verso Est assieme alla quasi gemella "Pecoli". Una visita da fare.

Il porton di Monfalcon, poco distante dal Bivacco Marchi Grazotto.

porton monfalcon dolomiti forni di sopra

Un'altra curiosità, questa volta verso Sud, é data dal monolite con le sembianze di un leone rampante che sovrasta, dandole il nome, la Forcella del Leone che immette in Val Monfalcon di Cimoliana. La spettacolare apertura della valle ci permette di spingere lo sguardo verso la Val di Brica, Valmenone e più in là fino al Pramaggiore ed oltre.
Dal bivacco é possibile ammirare, ed é anche buon punto di appoggio, le circostanti pareti del Leone, delle Crode Bianche e dei Monfalconi, tra cui il verticale Monfacon di Cimoliana e lo sbocciante Monfalcon di For.

A sud del bivacco, un po' più in basso del'ampio pianoro erboso, si trova un laghetto alpino dall'acqua cristallina, ottimo punto di ristoro e relax.

 

ACCESSO ALLA VALLE MONFALCON DI FORNI :

L'accesso più diretto al bivacco Marchi Granzotto avviene attraverso la Forcella del cason a Forni di Sopra. Dal Rifugio Giaf (mt.1400): dal piazzale di sosta prendiamo il sentiero 342 che, salendo con scalini e ghiaie verso S, lascia dapprima a sx il segnavia 361 e poi a dx la traccia dell'Anello di "Bianchi", per continuare diritto verso l'evidente, alta Forcella del Cason a mt.2240. Da qui con breve discesa e un traverso a mezza costa sopra l’ampio catino dell’alta val Monfalcon di Forni arriviamo al Bivacco. Abbiamo percorso mt. 840 di dislivello in salita ( mt.1235 se si parte dal parcheggio del Rifugio Giaf ) e 70 in discesa in circa 3.30 ore dal Rifugio ( 4.30 se si parte dal parcheggio ). Per il ritorno si consiglia di scendere per la forcella “Dalas Busas“, sentiero 354, perchè offre ampi ghiaioni ottimi per la discesa, meno per la salita. Ore 2.30
Dal Rifugio Padova (mt. 1278): si sale per la Val Pra di Toro imboccando il sentiero 346 che porta alla Forcella Scodavacca. Dopo circa mt. 300 di dislivello si prende a destra imboccando la Val d'Arade con segnavia 342, percorrendo tutto il "Cadin" fino a raggiungere la Forcella Monfalcon di Forni a mt. 2309, da dove si scende al Bivacco ben visibile. Ore 3.00.

Dal Rifugio Pordenone (mt. 1249): si imbocca il sentiero 349 che salendo l'intera Val Monfalcon di Cimoliana porta alla Forcella del Leone (mt. 2250) e quindi al sottostante bivacco. L'eventuale rientro é reso possibile scendendo tutta la Val Monfalcon di Forni, sentiero 359, sino alla Caserutta dei Pecoli (mt.1363), dove si interseca il sentiero 361 che, verso destra, percorre l'intera Val Meluzzo sino ai parcheggi a mt.1160.
L'anello descritto é possibile percorrerlo anche all'inverso partendo dal sentiero 361 e scendendo dal 349. Ore 3.30

 

FORCELLE VICINE:

Monfalcon di Forni, Las Busas, Cason, Bianca, Del Leone, Porton di Monfalcon.

 

COLLEGAMENTI:

Rifugio Giaf (mt.1400) ore 2.00 - n° 342
Rifugio Pordenone (mt.1249) ore 2.30 - n° 349, 359, 361
Rifugio Padova (mt.1278) ore 3.00 - n° 346, 342
Bivacco Perugini (mt.2060) ore 2.30 - n° 353, 360, 349
Malga Valmenon (mt. 1778) ore 2.00 - 361, 359


STORIA: Tra il gruppo montuoso dei “Monfalconi di Forni“ e le “Crode Bianche“ si estende l’ampio catino tipicamente dolomitico chiamato "Val Monfalcon di Forni", formata da un anfiteatro coronato da splendide crode. Nel 1962 la Sezione C.A.I. di Pordenone decise di costruire un bivacco intitolato a due validi alpinisti Pordenonesi, Antonio Marchi e Lorenzo Granzotto, che avevano arrampicato spesso assieme e sono morti da eroi sul Monte Golico in Grecia il medesimo giorno 8 Marzo 1941. Alla loro memoria è stata assegnata la medaglia d’argento al valor militare per il coraggio dimostrato sui campi di battaglia. Nei primi giorni del 1988 una slavina scaraventò a valle la struttura, così la capanna venne risistemata un po’ più in basso fuori dalla portata dell'incombente nevaio, proprio sullo sperone che sovrasta il pianoro erboso con la piccola sorgente, che occhieggia verso Est ai piedi della Cima Barbe.

Foto sotto: stupendo pianoro erboso con il Bivacco Marchi Granzotto, sopra il bivacco la guglia a forma di leone rampante:

bivacco marchi granzotto monfalconi dolomiti forni di sopra Leone

 

bivacco marchi granzotto monfalconi dolomiti forni di sopra

bivacco marchi granzotto monfalconi dolomiti forni di sopra

 

CASERA TARTOI (mt. 1711)

La casera Tartoi sorge in una magnifica conca alpestre compresa tra le pendici del monte Piova e del monte Tiarfin. La casera dispone di cucina, caminetto e tavoli ed è gestito nel periodo estivo con cucina, ristoro e possibilità di pernottare. La casera è raggiungibile da Forni di Sopra attraverso una pista forestale con segnavia CAI n.208 - 211. Al piano sopra stanza - bivacco con brande e materassi sempre aperta.

MALGA TARTOI

 

ESCURSIONE PANORAMICA IN MALGA TARTOI

La malga Tartoi, pur completamente ripristinata, rispecchia lo stile alpino tipico della nostra valle, con l’edificio costruito interamente in pietra incassato nel terreno, col legno di larice presente nel piano superiore e il tetto coperto di scandole. Il piano terra destinato alla lavorazione del latte, cucina e dispensa; il primo piano, cui si accede dalla scala esterna, suddiviso in camerate e aggettante, come tutte le malghe fornesi, a creare un porticato sulla facciata principale.
Il ricovero del bestiame che affianca la casera, anch'esso rimesso a nuovo, ha la consueta forma quadrata così da ottimizzare spazio, lavoro e sistemi irrigui di concimazione. Entrando nel "tàmar" e guardandoci un po' attorno possiamo vedere l'altezza estremamente ridotta dei ricoveri, a testimoniare una pregiata selezione bovina di ridotte dimensioni, adatta a questi pascoli alpini,. produttrice di un latte unico. Il ciottolato del cortile degrada verso le canalette delle "logge", così la pioggia fa scolare il letame nella grande vasca, poi da questa sul pascolo. L’acqua arriva sino alla casera e all'abbeveratoio esterno. La possibilità di pernottamento e di utilizzo di alcuni vani é possibile in tutte le stagioni.

MALGA TARTOI

 

ACCESSO:
Da Forni di Sopra: si imbocca la via che parte dalla Piazza Centrale di Vico (mt.907): il divieto di transito che si trova proprio all’inizio del percorso obbliga a lasciare le autovetture in paese. La strada forestale, contrassegnata dal n° C.A.I. 208, sale direttamente alla malga Tartoi che si raggiunge comodamente in circa 2.30 ore con un dislivello in salita di mt. 804. Fare attenzione che a circa mt.1500 di quota si lascia a destra il tratto che porta alla malga Tragonia, proseguendo diritti in direzione Nord. Il tracciato é adatto anche agli appasionati di Mountain Bike e, d'inverno, Ciaspole e sci da alpinismo, leggi....
Volendo si può seguire a tratti il vecchio sentiero che, partendo dai tornanti del colle "Duviès", offre altre emozioni ovvero una variante per il rientro.

Da Casera Razzo: lungo la statale a monte della casera (mt.1739) si imbocca il sentiero n° 208 che sale i pascoli del "Col Marende" fino alla retrostante forcella (mt. 2003), poco più sù si imbocca decisamente il canalone che porta a mt. 2290 di "Forca Rossa", da qui si scende il vallone sovrastato dal "Crodon di Tiarfin" fin oltre le sue propaggini Ovest, dove girando a sinistra (mt.1994) si supera la discesa e lungo ameni pascoli e scorci panoramici si raggiunge la malga. Ore 3.30

Dal Rifugio ten. Fabbro: si risale per sentiero non segnato la dorsale di fronte al rifugio seguendo la sciovia. A quota 2000 si entra nella Val Larga costeggiando il Tudaio di Razzo per poi risalire all'ampia e panoramica Forcella Naiareit (mt.2120). Da qui si scende per magnifici prati sino all'infossatura a intercettare il segnavia 208 che ci porta in casera. Ore 3.00

Dalla malga Varmost: dagli impianti a fianco della casera (mt.1758) si obliqua lentamente verso Est fino a superare il costone che immette nella attigua vallata, da qui si scende alla mulattiera per poi risalire in breve verso la Malga seguendo i segnavia n° 211. Ore 0.45

 

COLLEGAMENTI :
Forni di Sopra (mt.907) ore 2.30 - n° 211
Malga Varmost (1758) ore 0.45 - n° 211
Malga Tragonia (mt. 1760) ore 1.00 - n° 211
Casera Razzo (mt.1739) ore 3.30 - n° 208

 

MAPPA ESCURSIONE PER MALGA TARTOI
 

 

NEI DINTORNI DI MALGA TARTOI:
La malga adagiata perfettamente ai piedi del "Patinostri" é contornata da rilievi tipici delle Prealpi Carniche, monti erbosi adatti al rude pascolo ovino, lasciando i pochi pianori vallivi ai bovini. I sentieri calcano gli antichi solchi della transumanza, quelli che portano ai prati selvaggi di alti terrazzamenti glaciali. Percorsi che conducono alle falde del "Tudali" (mt.2316), nell'anfiteatro degli "Agons" sotto i "Puntioi" e verso gli altipiani di "Tiàrfin" (mt.1880-2000). Ed é proprio qui che incontriamo i ghiaioni. Enormi sfasciumi che scendono dal dolomitico "Crodon di Tiàrfin" (mt. 2413) e dalla retrostante catena che segna il confine con il pianoro di Razzo. Altri incontri sono possibili per l'escursionista rispettoso, come camosci e marmotte, aquile a gracchi che al pari della estiva moltitudine di fiori accompagnano in silenzio i suoi passi.

 

STORIA DELLA MALGA TARTOI:
Entrando nella rinnovata casera l’architrave porta la scritta “sulle rovine si edificava 2 luglio 1874 M.C.T.“ (cioè Malga Comunale Tartoi). Il caratteristico anfiteatro che racchiude questa malga comprende in sè una eccezionale ricchezza di specie vegetali e animali. Da sempre questa casera é considerata la beniamina dai fornesi, da sempre questi pascoli sono considerati i migliori di Forni. La malga monticata sino agli anni '80 da fine giugno al 7 settembre, viene utilizzata ancor oggi anche se con numeri minori e di sole giovenche.  Così la descrive Enrico Marchettano (Bollettino della Assoc. Agraria Friulana - 1911):
"Il bestiame che alpeggia in Tortòi é dato da 130 vacche da latte, 40 vacche asciutte, 50 vitelli; ... la malga é provvista di buona acqua; ... Il caseificio é esercitato collo stesso indirizzo delle altre malghe di Forni di Sopra: si ottengono, in Tortòi, circa 17 quintali di formaggio, 6 di burro e 5,5 di ricotta, notammo in Tortòi (1906) che la lavorazione del latte era eseguita da una donna-casaro."

malga tartoi inizi 1900

tartoi 1930

 BIVACCO "VACCARI" (mt. 2050) e Forca del Cridola (mt. 2176)

Nell’alta "Valle del Cridola", sopra la balza laterale che sale verso est, sul ripiano erboso della "Cuna“ (Culla) le Sezioni C.A.I. di Lorenzago e Montebelluna hanno installato questo bivacco, che si propone quale punto d'appoggio logistico a chi volesse esplorare queste zone molto selvagge e incontaminate. Innaugurato nel 1978 e stato dedicato al montebellunese dott. Aldo Vaccari.

bivacco vaccari dolomiti lorenzago forni di sopra

Foto sopra: il Bivacco Vaccari con dietro la parete nord del Monte Cridola.

 

ESCURSIONE PANORAMICA AL BIVACCO VACCARI

L'anfiteatro di dolomia che sovrasta e racchiude questo originale catino si compone di severe cime, meta di forti arrampicatori a cavallo tra '800 e '900. Nomi famosi che ci riportano a quei gloriosi anni: Pitacco, Zanutti, Cozzi, Hubel, Both. Mentre proprio l’entrata del bivacco si affaccia sulla grande parete nord del Cridola, il monte simbolo di queste zone, mentre in lontananza spiccano le Tre Cime di Lavaredo.  Le vie di croda non si contano, come pure le varie forcelle che collegano altri versanti, valichi selvaggi praticabili da esperti, che prendono nome dalle incombenti cime. E' prezioso punto d'appoggio per le cime circostanti e il lungo sentiero attrezzato "Olivato".

Tipico manufatto “Fondazione Berti “ sorge su di un pianoro erboso alla base del raccolto anfiteatro ghiaioso della “Cuna“, chiuso a Est dalla "Forca del Cridola" e sovrastante la più ampia Valle del Cridola. Il bivacco con i classici 9 posti letto, non sempre in buone condizioni, purtuttavia é sempre aperto. L’acqua si trova scendendo per un centinaio di metri sul sentiero 325 che porta al Passo della Mauria, ma spesso una piccola polla d'acqua é presente a una decina di metri sul prato verso la "Forca".

 

ACCESSO:

Dal Rifugio Giaf: Si sale lungo il sentiero 340 che porta al "Boschet" a quota 1707 mt. Dal pianoro si continua in direzione Ovest inoltrandosi nell'alta valle del torrente Fossiana, tagliando le ghiaie il sentiero sale verso il "Valò". Giunti sui prati (quota 1874 mt), sotto la imponente mole del "Valonut" saliamo sempre verso destra fino a inoltrarci nella fessura della "Mescala" (mestone) che ci porta nel piccolo catino terminale del "Valonut" da dove in breve si raggiunge la Forcella Cridola a mt. 2176 . Da qui per tracce di sentiero si scende rapidi al Bivacco che si intravede in basso. Il dislivello in salita é di mt. 776 dal Rifugio Giaf (1171 dal parcheggio ) più mt.126 di discesa. Tempo in tutto ore 3.30 dal Rifugio ( 4.30 dal Parcheggio ). Il rientro si consiglia dalla stessa parte in circa ore 3.00.


Da Lorenzago: Dalla Strada nazionale 52 località fienili "Borbe" segnavia 326 (mt.1058), oppure loc. "Campo" sentiero 340 (mt.987), prima su strada bianca poi per comodi sentieri, ci si inoltra nell'ampia valle del Cridola, che si risale superando la copiosa sorgente fino alle ghiaie delle incombenti pareti. In direzione della "Forcella di Tacca" prendiamo a sinistra e in breve siamo alla meta. Ore 3.30


Dal Passo della Mauria: a) Attraverso il "Sentiero attrezzato Olivato" (vedi descrizione) b) Dal parcheggio (mt.1298) si prende immediatamente a destra su segnavia 348, abbandonando la mulattuera verso Giaf (n°341) e salendo il costone boscato che ben presto lascia posto a mughi e ghiaioni. Superati alcuni tratti esposti si raggiunge l'ampio "Valò dei Cadorini" da dove tenendosi a sinistra si risalgono i disagevoli ghiaioni fino a raggiungere la soprastante forcella "Mescala" (mt.1967), da dove risalendo il costone andiamo a incrociare il sentiero 340 (vedi descrizione) e quindi dalla Forca del Cridola al bivacco. Ore 4.00

 

FORCELLE VICINE: Tacca del Cridola, Torre Cridola, La Cuna, Valonut, Forca del Cridola, Mescala, Savorgnana, Cozzi, del Frate.

 

COLLEGAMENTI:

Rifugio Giaf (mt.1400) ore 2.30 - n° 340
Passo della Mauria (mt.1300) ore 2.30 - n° 348
Passo della Mauria (mt.1300) per sentiero atrezzato “Olivato“ore 4.00 - n° 325
Lorenzago di Cadore, S.S. 52 (mt. 1058) ore 4.00 - n° 326, 340
Forcella Giaf-Scodavacca via “Tacca del Cridola“ (mt. 2290) ore 1.30 - n° 344, 340

 

bivacco vaccari dolomiti lorenzago

Nella foto sopra, il bivacco Vaccari

Nella foto sotto la Forca del Cridola Mt. 2176 vista dall'abitato di Forni di Sopra, il bivacco si trova dietro alla forcella.

forca cridola dolomiti

CASERA TRAGONIA (mt. 1752)

La Casera Tragonia di Forni di Sopra è situata alla quota di 1752 m in un’ampia valle ricca di pascoli e sorgenti di acqua cristallina. E' una tipica costruzione alpina che d'estate funziona da rifugio e ristoro per i turisti e gli escursionisti e gode di una magnifica vista verso sud - ovest sul gruppo del Cridola e dei Monfalconi. Al sorgere del sole la vista è spettacolare quando le Dolomiti Friulane si illuminano col tipico colore rosa delle Dolomiti: l'enrosadira. All’interno della Casera si trova ancora al suo posto la grande “Cjaldiêra” pentolone per fare il formaggio, costruita nel 1892, che può contenere 500 litri di latte. La Casera è gestita nel periodo estivo ed è dotata di camerate e bagno ed anche di uno spazio adibito bivacco invernale. La Casera è raggiungibile da Forni di Sopra attraverso una pista forestale con segnavia CAI n. 208 (anche in MTB) oppure attraverso i sentieri escursionistici n. 209 e 22

casera tragonia forni di sopra

 

VIE DI ACCESSO:
Per raggiungere malga Tragonia da Forni di Sopra si imbocca la via che parte dalla Piazza Centrale di Vico (mt.907): il divieto di transito che si trova proprio all’inizio del percorso obbliga a lasciare le autovetture in paese. La strada forestale, contrassegnata dal n° C.A.I. 208, sale verso le malghe Tartoi e Tragonia. La malga Tragonia si raggiunge comodamente lungo la strada forestale  in circa 2.30 ore con un dislivello in salita di mt. 850. Fare attenzione che a circa mt.1500 di quota si lascia a sinistra il tratto che porta alla malga Tartoi, proseguendo a destra. Il tracciato é adatto anche agli appasionati di Mountain Bike.

Chi preferisce in sentieri può salire lungo il sentiero n. 209 (passando per Val di Laur e Casera dal Aip) oppure lungo i sentieri 223 / 223a. 

Da Casera Razzo: lCasera Tragonia è facilmente raggiungibile anche da casera razzo lungo la strada forestale /segnavia 210) e poi lungo il sentiero che supera Forcella della Croce o "Risumiela" con segnavia n. 209 . Ore 2.0

Dalla malga Tartoi: scendere lungo la strada forestale fino al bivio segnalato con il sentiero n° 211 che raggiunge Tragonia. Ore 0.40

 

COLLEGAMENTI :
Forni di Sopra (mt.907) ore 2.30 - n° 208-209-233
Malga Tartoi  ore 0,40 - n° 211
Casera Razzo (mt.1739) ore 2,0 - n° 210 - 209

 

MAPPA ESCURSIONE PER MALGA TRAGONIA
 

tragonia mappa tabacco

 

ESCRURSIONI DA CASERA TRAGONIA:
Da Tragonia si diramano diversi itinerari molto spettacolari dal punto di vista naturalistico e panoramico:
Il giro di Forca Rossa: che passando dietro il Crodòn di Tiarfin raggiunge da nord la Casera Tartoi
Si può raggiungere in poco tempo il suggestivo altopiano di Razzo attraverso la forcella della croce o "Risumiela". Rimanendo in quota è possibile raggiungere le altre lmalghe fornesi : Tartoi, Lavazeit, Varmost, Montemaggiore, Aip percorrendo il Giro delle Malghe.  Lungo il sentiero 211a è possibile attraversare siggestivi pascoli e raggiungere forcella Forada con magnifica vista sul Monte Clapsavon.

malga tragonia fornidisopra

 

 

CASERA VALMENON o Valbinon (mt. 1778)

Cason di Canpuròs "Amelio Cappellari" - (mt. 1945)

La Casera Val Menon é situata su un piccolo pascolo alpino nell'omonima valle ed è gestita, aperta al pubblico, da giugno a settembre. La casetta è dotata di piccola cucina - ristoro al pianterreno ed una camerata al piano superiore. L'edificio é costruito in pietra e legno, materiali locali valorizzati dai lavori di ristrutturazione. L'antico ricovero, un tempo utilizzato per i vitelli dispone di una camera per il gestore, di un bivacco sempre aperto e di servizi igienici. All’esterno del bivacco, ma sempre al coperto, si trova la legnaia, un lavandino, servizi con doccia, comunque inutilizzabili per la maggior parte dell’anno dati i problemi di gelo. L’acqua la si può trovare presso la casera oppure a circa cento metri dalla malga lungo il sentiero che porta al Rifugio Giaf, la sorgente é perenne.

 

VAL BINON dk

VALMENON E DINTORNI

La Casera Valmenon, chiamata anche Valbinon si trova nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Qui si incrociano molti sentieri che collegano rifugi e valli, qui si dividono le acque del Cellina e Tagliamento. Di fronte abbiamo i Monfalconi, dove si scorge in lontananza il rosso del bivacco Marchi-GranzottoMa la perla di questi posti si trova a mezz'ora più in alto, salendo verso Est lungo il "Truoi dai Sclops" (sentiero delle Genziane), prima dentro discrete vallette, poi calcando i ghiaioni dell'incombente "Crodon di Brica" fino a penetrare con circospezione in quello splendido pianoro che é "Canpuròs", una soffice eccezionale distesa di erbe e fiori, dove accanto al rustico "cason" domina il silenzio e l'infinito, con la silenziosa sorgente che, al pari di noi, non disturba il gorgoglio del Forcello e il sibilo del Camoscio. Un luogo unico da assaporare e rispettare.

casera val menon binon fornidisopra

 

ACCESSO:

Da Forni di Sopra: dalla Statale 52, tre chilometri dopo l'abitato di Vico, si imbocca a sinistra la strada turistica che porta al Rifugio Giaf. Si prosegue fino a raggiungere, ma non sorpassare, un guado di cemento sulla stessa. Immediatamente prima, a quota mt.978, parte una strada forestale che, attraversato il torr. Giaf, sale la Val Lavinal. Lasciata a quota 1168 mt. la strada, che prosegue a destra verso Giaf, si continua per sentiero 367, recentemente rinnovato, salendo l'evidente canalone che si ha di fronte, verso il Passo del Lavinal dal Ors a quota 1977 mt. Dall'ampia insellatura si scende lentamente tenendo la sinistra fino al pianoro di Canpuròs, col soprastante piccolo riparo, a quota mt.1914; da qui per segnavia 369, superato l'inghiottitoio del minuscolo rio, si scende rapidamente alla Casera a 1778 mt.
In totale abbiamo percorso 994 mt. di dislivello in salita e 194 mt. in discesa e circa 3.30 ore dal torrente Giaf.
Dal rifugio Giaf: (vedi "Truoi dai Sclops)
Dal rifugio Flaiban-Pacherini: (vedi "Truoi dai Sclops")
Dal rifugio Pordenone (mt.1249): dal parcheggio si percorre la strada della Val Meluzzo. Lasciata a destra la Val Postegae si prosegue in direzione Nord lungo le ghiaie che ci portano all'incrocio di "Piè dei Pecoli", dove un tempo sorgeva la "Caserutta" (mt.1363). Si continua dritti, lasciando a destra la Val di Brica e a sinistra la Val Monfalcon di Forni, lungo il sentiero che si inerpica nel bosco fino a raggiungere i prati della casera. Ore 2.30

COLLEGAMENTI :
Rifugio Giaf (mt.1400) ore 2.00 - n° 361
Rifugio Pordenone (mt.1249) ore 2.00 - n° 361
Rifugio Flaiban Pacherini (mt.1587) ore 2.30 - n° 369, 367, 362
Bivacco Cason di Brica (mt.1745) ore 1.30 - n° 369, 367, 379
Forni di Sopra, loc.Davaras (mt.978) ore 3.00 - n° 367, 369

casera valmenon

FOTO SOTTO: Prateria alpina di Canpuros

prateria alpina canpuros

 

MAPPA ESCURSIONE PER CASERA VALMENON
 
MAPPA casera valmenon
 

 

 

STORIA DELLA MALGA VALMENON:
La malva Val Menon sorge alla testata della Val Cimoliana, tra la dorsale del “Criton di Brica“ e il costone delle secondarie “Cime Urtisiel”. Sul nome non si hanno notizie certe, ma forse non si va lontano dal vero riprendendo antichi documenti di confinazione ove si cita "Albion", da albeo, chiaro, bianco: ora in fornese viene chiamata "Valbinon". Per certo si sa che già dal 1575 la malga in questione, per la sua strategica posizione, era motivo di accanite liti tra le genti dell’alta Val Cimoliana (Cimolais ) e quelli dell’alta Val Tagliamento ( Forni di Sopra ). Destinata, assieme a Giaf, ad una secondaria monticazione di vitelli fino agli anni che precedono il 2° conflitto mondiale, la malga, di proprietà comunale, é stata poi lasciata al normale degrado del tempo che portò negli anni '60 al crollo dello stallone adibito al ricovero del bestiame, mentre la casetta usata dai pastori fu mantenuta in discrete condizioni. Nel 1997 mediante fondi del Parco delle Dolomiti Friulane l'edificio venne totalmente ristrutturato, adibito a punto di bivacco e ristoro, mentre si è ricavato un comodo bivacco dai ruderi dello stallone, “tamar“, fornito di servizi e quant'altro. Nei medi estivi la casera è presidiata e gestita con possibilità di pernottare e mangiare.

 

 

CASERA MONTEMAGGIORE (Mamaiou) mt. 1729
Bivacco Elidio Francescutto

La malga Montemaggiore (Mamaiou in dialetto locale) é posta alle propaggini del massiccio del Clapsavon. E' accessibile facilmente da Forni di Sopra lungo la strada forestale che sale dalla località "Tiviei" verso località "Duns" (quota 1400 m) e poi seguendo il sentiero CAI n. 210. Nei pressi della Casera si trova il Bivacco Elidio Francescutto, cestotodal CAI di Casarsa della delizia (UD). Il bivacco Francescutto sorge su un panoramico ripiano erboso ed è stato ricavato da una valida opera di risistemazione a partire da una vecchia stalla nei pressi di casera Montemaggiore. La dotazione comprende cucina economica, tavoli nonché una annessa stanza con brande a castello per 6 posti. All'esterno vasca con sorgente. Servizi esterni. La casera Montemaggiore è spartana e non è gestita.

Nella foto: il Monte Clapsavon m. 2462 (dietro si vede la punta del Bivera) con sotto la Malga montegaggiore ed il bivacco E. Francescutto

clap savon bivera malga montemaggiore biv francescutto

 

CASERA MONTEMAGGIORE E DINTORNI

Il Bivacco è un comodo punto di appoggio per la salita alla spettcolare cima panoramica del Monte Clapsavon m. 2462.  Altre possibilità interessanti sono i dirimpettai " monte Lagna", alle falde Sud del quale passa il sentiero 211 verso "Tragonia", oppure l'alta "Forcella Forada" che col sentiero 211/a porta sempra alla stessa casera. Verso Est invece seguendo il segnavia 213 si può raggiungere forcella Rancolin.

casera montemaggiore

ACCESSO:

Dal centro di Forni di Sopra percorriamo la comunale fino al grande pianoro di Tiviei (mt.1050), dove parte il sentiero n° 210. Volendo si può continuare lungo la comoda ma più lunga strada forestale, che ritroviamo per breve tratto a mt.1200, per poi continuare lungo l'antica e bella mulattiera (trasformata tra un po' anche questa in strada). Dopo aver intercettato il bivio di "Tamaras" (mt.1375) si attraversa il pianoro di "Duns" (mt.1400) per poi inoltrarsi nel greto del torrente Agozza, dove in seguito alla disatrosa alluvione del 1966 la traccia si fa meno evidente, risultando comodo seguire i segni bianco-rossi. Superate due balze rocciose si giunge nei pascoli della malga. Tempo impiegato circa due ore.

COLLEGAMENTI :
Malga Tragonia ore 1.30 - n° 211
Malga Tragonia ore 2.30 - n° 211/a
Malga Chiansaveit (mt.1698) ore 1.30 - n° 210
Casera Costa Baton ore 2.30 - n°213

 

 

MAPPA ESCURSIONE PER CASERA MONTEMAGGIORE
 
mappa mappa montemaggiore
 

 

CARATTERISTICHE :
Le grandi malghe fornesi destinate al pascolo estivo sono tutte strutturate su due piani. Il piano terra in muratura é diviso in tre locali: quello centrale, destinato alla lavorazione del latte, é fornito di focolare ed era pure utilizzato dai pastori nelle ore diurne e per la consumazione dei pasti; le altre due stanze erano adoperate una per mantenere fresco il latte (facendo scorrere l'acqua nei giorni torridi sotto le bacinelle), lasciato a riposare affinchè affiori la panna, che poi nella zangola diventava burro, l’altra serviva da magazzino per la conservazione dei prodotti. La temperatura estiva di questi locali laterali è costantemente fresca, non solo per lo spessore dei muri di pietra ma soprattutto per il loro parziale interramento del pianterreno addossato al monte. Il primo piano era destinato come dormitorio per i pastori, tranne la parte centrale, quella sopra il fuoco, dove lo spazio era usufruito per affumicare le ricotte poste su una griglia di legno. L'ubicazione, come di consueto, evidenzia la centralità verso i pascoli e la protezione dalle slavine, mentre é sempre presente la circolare cisterna del letame. L'acqua é derivata dal vicino rio di "Ciana" e i servizi sono stati ricavati nella parte di "tamar" quadrato, con le logge verso Ovest purtroppo, addossato alla casera. Chi giunge in una malga spesso non si sofferma su cose che considera "naturali", come la disposizione degli edifici, le murature, le canalizzazioni del letame, la qualità del legno lavorato. In alto a Est si intravede l'ospitale bivacco Francescutto, ricavato nel vecchio stallone dei vitelli, che dispone di una parte comune con un locale arredato fornito di stufa e otto posti letto, l'acqua é sul retro.

casera montemaggiore b

STORIA DELLA MALGA MONTEMAGGIORE:

Già dal 1318 si trovano delle scritture che parlano del pascolo di “Mamaiou“, ma anche per questa Malga si dovette arrivare ai primi dell'800, quando la comunità di Forni di Sopra dettò nuove regole di alpeggio e rese più consoni i ricoveri per pastori e bestiame. Il terrazzo che ospita i pascoli é situato ai piedi del grande massiccio del "Clap Savon", alla testata del torrente Agozza. Di fronte alla casera si erge l'erboso monte "Lagna" che assieme al friabile "Forada", divisi dall'omonima forcella, fa da confine con i pascoli della vicina malga Tragonia. Chiudono l'anfiteartro i costoni pascolivi che affiancano la valle di "Ciana", porta d'accesso per il "Clap Savon" e scollinamento verso casera "Chiasaveit".
Il nome “Mamaiou“ deriva sicuramente dalla formula latina “mont–maior“, ma in questo caso non tradotta come montagna più grande ma bensi, riferita all’alpeggio maggiore: malga in fornese é “mont“, da cui "montia", monticare. Così la descrive Enrico Marchettano (Bollettino della Assoc. Agraria Friulana - 1911):
In Montemaggiore "alpeggiano normalmente 85 vacche da latte, 25 giovenche e 35 vitelli, quest'ultimi alloggiati nel ricovero posto più in alto separato dalla casera. Produzione media annua: 13 ql. di formaggio, 4 di burro e 3,5 di ricotta." Lo stallone dei vitelli dunque é distinto dalla casera, ed è proprio questo edificio che nel 1992, grazie ad un gruppo di Amici della Montagna di S.Giovanni - Casarsa della Delizia, viene ristrutturato e adibito a bivacco sempre aperto, dedicato all’amico Elidio Francescutto.

 

 

FORCELLA FORCA ROSSA (mt. 2300) e Busa di Tiarfìn

La Forcella Forca Rossa è un panoramico situato a nord dei pascoli di malga Tragonia sul crinale di spartiacque tra Forni di Sopra e l'altopiano di razzo. Scendendo verso nord si attraversa la suggestiva e selvaggia conca chiamata “Busa del Tiarfin” situata a Nord dell’omonimo monte. Questo territorio fa parte dell'alta via di Forni di Sopra che collega malghe e rifugi in quota.

panorama da forcia rosa puntioi

 

ACCESSO:

Da Forni di Sopra è possibile raggiungere Forca Rossa da due lati:
- da malga Tartoi attraverso il sentiero 208 che gira attorno al gruppo del Monte Tiarfin e raggiunge malga Tragonia (giro in senso orario)
- da malga Targonia attraverso i sentieri 209 e 244 e raggiunge malga Tartoi (giro in senso anti orario)
- da Casera, si aggira il Col Marende percorrendo il sentiero CAI 208, per poi risalire il ripido ghiaione e arrivare alla Forca Rossa (2208 m) ai piedi del Monte Tiarfin.

 

MAPPA ESCURSIONE PER FORCA ROSSA
 
 
MAPPA casera valmenon
 
 
Foto: vista panoramica sulle Dolomiti Friulane dai pressi di Forca Rossa

TRAGONIA PUNTIOI LUCA FIORI STELLE ALPINE MUDAS AIP 2015 229

D'INVERNO:
Forca Rossa d'inverno regala una delle migliori sci alpinistiche della zona. Dalla Forcella è possibile scendere verso nord-ovest o verso sud trovando sempre la neve ideale, leggi di più...

 

 

MONTE CLAPSAVON (mt. 2462)

Mastodontico massiccio di facile salita nelle Alpi Carniche, dalla cui cima si godono ampie vedute, il Clapsavon è emerso da lagune paleozoiche e ne conserva ancora tutti i segreti fossili, un prezioso archivio di eventi geologici dov'é conservata la memoria dei mari. Il panorama dalla cima è uno dei più straordinari del nord-est: dal mare adriatico con il golfo di Grado e Trieste al Grossglokner, dal Tricorno alle Tre cime di Lavaredo, Cristallo, Pelmo, Antelao Civetta, marmolada e tutte le Dolomiti Friulane. La salita è facile non richiede doti tecniche.

CLAPSAVON E MALGA MONTEMAGGIORE

Vista panoramica dal Monte Clapsavon verso le Dolomiti 

PANORAMICA DA ClapSAVON AUTUNNO

ACCESSO:

- Da malga Montemaggiore: raggiunta da Forni di Sopra casera Montemaggiore (mt.1729) ci incamminiamo verso l'uscita del rio Ciana, le cui ottime acque raccogliamo più a monte, risaliamo l'omonima valle sino ai 2052 metri di Forcella Chiansavèit (o Ciana) e piegando a dx, prima per prati poi per facile ghiaione, conquistiamo la tondeggiante sommità (circa ore 2.00 dalla casera).
- Da casera Chiansaveit (mt.1698) per segnavia 210 salendo il pendio dell'omonima forcella, oppure sul sentiero che taglia i pascoli verso Est e poi risale il vallone fino alla Forcella Bivera (mt.2330), dove piegando a dx su infidi lastroni in breve si é in cima (ore 2.00 - sentiero esposto).
- Da malga Tragonia per strada forestale, oppure sentiero 208, percorriamo il primo tratto del sentiero 211a, che lasciamno salendo a sx verso Forcella Chiansaveit (mt.2015) e poi, scavalcato il costone Forada, per incerte tracce nei mughi ci portiamo verso Forcella Chiansavèit (ore 2.00).
- Da Forni di Sotto: tragitto più lungoi e impegnativo é quello che parte dalla statale a Forni di Sotto in loc. S.Antonio (mt.832), prima su strada poi, attraversato il torr. Chiaradia, sul sentiero che immediatamente si inerpica verso lo stavolo di Clapi, il ricovero-casera Costa Baton e la forcella Rancolin (mt.1880) a incrociare il sentiero 213. Dopo un traverso dell'alto catino del torr. Marodia, si piega a dx salendo un impervio canalone che immette nel brullo Pian delle Streghe, da questi alle propaggini di Forcella Bivera quindi deviando a sx alla cima (sentoero esposto).
 
IL MONTE BIVERA
Dalla cima del monte Clapsavon è possibile raggiungere il Monte Bivera (2474 m) attraverso la sottile ed esposta cresta (attrezzata con una corda) che scende dal Clapsavon verso Forcella Bivera. Raggiunta la Forcella (2300 m di sale per facili ghiaie fino alla cima del M.te Bivera.
 
 
Foto sotto: il Monte Clapsavon visto dai pressi di Forada, sopra malga tragonia 
 
PRIMAVERA CLAP SAVON 2023 NIKON 1662

 

MAPPA ESCURSIONE MONTE CLAPSAVON
 
 
mappa clapsavon thanks tabacco
 
 
 
 

D'INVERNO:
Il Monte Clapsavon d'inverno offre sempre un ottimale grado di innevamento e consente sciate facili fino a tarda primavera. E' possibile salire dalle malghe Montenaggiore e Tragonia sul versante di Forni di Sopra, oppure da malga Chiansavèit sul versante di Casera Razzo. leggi di più...

 

clapsavon skialp