L'Anello di Forni propone un percorso ai margini degli abitati suddiviso in diversi tratti da “inanellare” a piacere. Quindi partenze e rientri sono lasciati al tempo disponibile ed alla preparazione di ognuno. Lungo l'anello di Forni si attraversano boschi e radure, fiumi e torrenti con straordinari punti panoramici sulla valle e sulle Dolomiti Fiulane che sovrastano il percorso. Non mancano mai gli avvistamenti agli animali selvatici in particolare cervi, caprioli, scoiattoli, volpi, picchi e molti altri. Il tracciato è ad anello, adatto a tutti e percorribile sia in un senso che nell’altro con molte vie di rientro verso il paese. Si consiglia di percorrerlo in senso antiorario.
Partenza dal centro di Forni di Sopra (frazione Vico). Si percorrono le stradine interne in direzione della Mauria per poi risalire via Chianeit. Raggiunto il borgo di Stalas si gira a sinistra seguendo i segnali rossi.
Passato il rio si percorrono i prati di Pradas fino a sfiorare gli stavoli col caratteristico ruscello (R) per poi giungere, sempre con poca pendenza, alle praterie di Misiei (R). Lasciati i due stavoli si attraversa il rio (R) e dietro la casa di Clapuniei si inizia a salire verso il rudere di Glorion e fino al punto più alto dell’Anello, sull’ampio pianoro di Somaplana Poàs. Percorso il piano si scende, davanti alle case, in località Calda dove, passata l’ex Colonia seguiamo la stradina comunale fino alla statale, che si attraversa per imboccare la mulattiera che porta alle case della Roppa e, dopo il rio, al fiume Tagliamento. Lo si supera sotto lo sbarramento (acque convogliate e inviate alla diga di Sauris) fino alla strada che da Nuoitas scende, a destra dopo il ponte, alle case del Tarmau. Attraversiamo il ponte di Davâras sul fiume Tagliamento e dopo 100 metri scavalchiamo il torr. Giaf per portarci sulla destra del Tagliamento. Si percorre la stradina tra ghiaie, acque e saletti fino agli impianti sportivi dove prendiamo la strada verso Palas. Dopo un paio di chilometri, al parcheggio, si gira a sinistra per scendere al ponte sul Tagliamento che si attraversa sul ponte posto di fronte alla Centrale idroelettrica. Subito dopo il ponte, si lascia l’asfalto e, a destra di fronte al maneggio, si imbocca la pista forestale che entra nel bosco di Saliet (qui si trova anche l'anello di MTB), in piano e in salita, si raggiunge il sito del Castello di Sacuidic e continuando a salire si costeggia l'Area faunistica di Parulana e si approda alla strada statale di fronte al Camping.
Si imbocca, poco distante, la stradina centrale del villaggio Stinsans, si sale fino alle ultime case dove parte il sentiero verso la località Masaroul, dopo la quale si attraversa il torrente Agozza per poi, prima della discesa, voltare a destra e salire all’ampio pianoro e alle caratteristiche case di Tiviei.
Raggiunto l’asfalto si scende a sinistra per terminare l’escursione scendendo in paese.
LA LUNGHEZZA DELL'INTERO ANELLO È DI CIRCA 16 KM. La vicinanza al paese consente in molti punti il rientro.
IL DISLIVELLO TOTALE DELL'INTERO ANELLO E' DI CIRCA 400
QUOTA MINIMA E MASSIMA 830 m – 1202 m
DIFFICOLTÀ T = Turistico
CARATTERISTICHE Sentieri e mulattiere
TEMPO/KM 3 ore – 6 km dal paese
PERIODO CONSIGLIATO Tutto l’anno. in inverno è percorribile con Ciaspole facendo attenzione a i tratti ripidi e ghiacciati.
APRI LA MAPPA DELL'ANELLO DI FORNI, la lunga passeggiata (anche a tappe) sui sentieri di fondovalle a Forni di Sopra Dolomiti
Facile escursione che, partendo dal centro di Forni di Sopra oppure dalla frazione di Andrazza, passando per la piana ed il bosco di "Piniei", porta all'imbocco della selvaggia Val Rovadia dove sulla sinistra si trova la grande Cascata del rio "Ghirei" e la cascata del "Bruttopasso".
Come raggiungere le cascate della Val Rovadia:
Il percorso può iniziare poco a valle dei laghetti artificiali in zona Davost a Forni di Sopra e dopo poche decine di metri ci si ritrova a camminare a fianco del Fiume Tagliamento. Il primo punto di interesse riguarda un affioramento di rocce ricche di gessi che, essendo solubili e friabili, determinano un evidente fenomeno franoso e un’incisione nel letto del fiume. L’area è stata messa in sicurezza con notevoli opere di ingegneria naturalistica utilizzando pietra, legno e salici per il consolidamento dei pendii. Da qui il sentiero riprende più stretto ma sempre pianeggiante e attraversa piccoli ruscelli, prati e affianca degli stavoli che ricordano l’antico utilizzo di queste aree. Finito il sentiero si attraversa il torrente DRIA (ponticello) e si passa davanti alla centrale idroelettrica per riprendere poi in leggera discesa una pista forestale che si segue fino ad incrociare la Val Rovadia. Si risale la valle, interessante per la geomorfologia e gli importanti ritrovamenti fossiliferi, fino a dove questa mantiene una pendenza contenuta. Prima che il sentiero aumenti bruscamente la pendenza, sulla sinistra appare l’alta cascata del Rio dei Ghirei, rinfrescante d’estate e ghiacciata d’inverno. Si raccomanda di fare attenzione ai sassi che possono precipitare nella stretta forra. L’intero percorso è frequentato da cervi, caprioli e altri animali è possibile osservare numerose impronte e altri segni di presenza. Non è raro inoltre avvistare le aquile.
Per chi desidera un'avventura un po' più difficile, ma molto remunerativa, c'è la possibilità di vedere la cascata del rio Bruttopasso che si trova prima della citata cascata dei Ghirei, sempre sulla sinistra, risalendo l'accumulo detritico secco del torrente. La cascata si trova dove la gola si stringe ed è incastonata tra due pareti di roccia. Il senntiero non è segnalato, munirsi di cartina.
MAPPA CASCATE ROVADIA
By Mappe tabacco
D'inverno la cascata dei Ghirei e quelle che si trovano più internamente risalendo la val Rovadia, si trasformano in spettacolari cattedrali di ghiaccio, ideali per la pratica dell'arrampicata sportiva su ghiaccio. Leggi di più...
PASSO SUOLA (mt. 2000)
Il Passo Suola si raggounge risalendo l'omonima valle passando per il rifugio Flaiban - Pacherini, m 1587, seguendo il sentiero che si snoda tortuoso senza pericoli fin sotto il sovrastante Torrione Comici, quindi lungo il crinale erboso al Passo di Suola. Da qui la vista è ampia e spazia verso Est sull’Alta Val Tagliamento, le lontane vette carniche come pure negli angoli più selvaggi e incontaminati della Val Rovadia. Verso Ovest si ammira l’imponente bastionata dolomitica delle Cime del Sion e Val di Guerra, fino alle ultime Fantoline. Idem il rientro.
Nei pressi del Passo Suola non è difficile imbattersi in magnifici esemplari di stambecco, da alcuni anni introdotti dal Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, che qui hanno trovato il loro habitat ideale.
Dislivello in salita da fondovalle: 1100 m.
Segnavia CAI: 362 - 363
Tempo di salita dal Rifugio: 1,5 ore
D'INVERNO:
La Val di Suola d'inverno regala una delle migliori sci alpinistiche della zona con numerose varianti laterali come il Lavinâl di Palas ed il Palon di Suola, leggi di più...
CASERA LAVAZEIT (mt. 1813)
Casera Lavazeit, posta sul confine tra Forni di Sopra e Veneto è un punto di arrivo molto panoramico con vista sulle Dolomiti d'oltrepiave, monti di Tor e Cridola. Data la vicinanza con l'impianto di risalita del Varmost e la semplicità dell'accesso, la casera può costituire già la meta ideale per una tranquilla passeggiata lungo il sentiero dedicato a Giovanni Caposassi ed al suo erbario.
VIE DI ACCESSO:
Dalla malga Varmost lungo il facile sentiero n. 207
Dal Passo della Mauria lungo il sentiero n. 207
COLLEGAMENTI :
Forni di Sopra ore 3 - sent. n. 207
Casera Varmost lungo il sent. 207
Casera Tartoi Dalla casera Lavazeit ci si porta ad ovest per raggiungere il sentiero n. 243 che sale prima a Forcella e poi alla casera Tartoi.
Passo della Mauria, sent. 207
MAPPA ESCURSIONE PER CASERA LAVAZEIT
TRUOI DAL VON, sentiero dell'avo
Il Truoi dal Von, in dialetto fornese “sentiero dell'avo” è un itinerario adatto a tutti gli escursionisti che si sviluppa su un rilievo addossato alle creste delle Dolomiti Friulane, sulle pendici del monte Cimacuta a Forni di Sopra.
Perchè si chiama Truoi dal Von?
Il Truoi dal Von che in dialetto fornese significa "sentiero del nonno" (o dell'avo) prende il nome da un caratteristico macigno di conglomerato che si trova sul costone di Pocagneit e chiamato Clap dal Von (Sasso dell’avo). Il Truoi dal Von è stato realizzato dall'ente Parco delle Dolomiti Friulane ed inaugurato nel 2006.
Il percorso del truoi dal Von:
Dal parcheggio di Santaviela (di fronte alla stazione della seggiovia Varmost) si risale la pista forestale di fondovalle seguendo il Tagliamento verso monte fino al ponte Davaras, dove si segue la strada per il rifugio Giaf e si raggiunge la tipica fornace da calce ottocentesca recentemente restaurata.
Poco dopo in località Borsaia, si attraversa il torrente e si risale la valle Lavinal dal Ors lungo la carrareccia (sentiero CAI 367) sino alla ultima grande briglia che si attraversa a monte dove inizia il Truoi dal Von. Risalendo il pendio si incontrano i resti di una prima carbonaia e poi il primo punto panoramico con ampia visione sui ghiaioni del Lavinal (con antiche e recenti opere di consolidamento), sulle verticali pareti delle Dolomiti Friulane: forcella Scodavacca e Gruppo del Cridola. Si prosegue ai margini dei resti di una seconda carbonaia, attraverso un bosco misto di faggi ed abeti fino a scavalcare la forcella dei Tuis per sostare, poco più avanti sul punto di osservazione più alto del tragitto con vista sui pendii del Varmost, Malga Tragonia e Gruppo del Tiarfin.
Poco più in basso si trova una panchina che consente una sosta con vista sulle Tre Cime di Lavaredo e subito dopo il terzo belvedere da cui si ammirano i gruppi dolomitici del Cridola e dei Monfalconi. Il sentiero prosegue in discesa nel bosco fino al quarto belvedere, un balcone aperto sull’abitato fornese e l’alta Val Tagliamento; infine presso il caratteristico Clap dal Von si raggiunge l’ultimo punto panoramico sul monte Cimacuta. Si scende ancora attraverso il bosco fino alle baite di Pocagneit, si attraversano doline e ghiaioni fino a inoltrarsi tra i Clapòns (massi) di Soraruoi. Raggiunta la pista forestale e svoltando a destra si percorrono i gradini in discesa del “Sentiero dei bambini”; giunti al Puont (ponte) dal Sirai si attraversa il Tagliamento e si rientra al parcheggio di Santaviela.
Nel mese di giugno, lungo il Truoi dal Von, è possibile ammirare le fantastiche Cypripedium Caceolus "scarpette della Madonna" un'orchidea slvatica molto rara che riesce ad incantare qualsiasi osservatore.
SCARICA QUI LA MAPPA DEL TRUOI DAL VON:
Il Truoi dail Von può essere percorso anche d'inverno, con le ciaspole. L'Info Point turistico di Forni di Sopra vi può dare le indicazioni per le gite con guida.
ANELLO DI BIANCHI, sentiero panoramico nelle Dolomiti Friulane
Percorso semplice in ambienti dolomitici estremamente panoramici che vuole essere un omaggio alla memoria del fornese Coradazzi Iginio “Bianchi”, eroe decorato della Prima Guerra Mondiale, Guida Alpina e pioniere dell’alpinismo fornese.
Anello di Bianchi (Anèl di Bianchi)
DISLIVELLO 300 m. (Dal Rifugio Giaf)
QUOTA MINIMA E MASSIMA 1405 m – 1705 m
DIFFICOLTÀ E = Escursionistico
CARATTERISTICHE Sentiero
TEMPO/KM 3 ore - 5 km
PERIODO CONSIGLIATO Primavera, estate, autunno
CARTE E SEGNAVIA CAI, Sentieri numero: 346-340-342
PUNTI DI APPOGGIO Rifugio Giâf
PARTENZA dal Rifugio Giâf
Descrizione del sentiero ANEL DI BIANCHI:
Il sentiero Anel di Bianchi è uno dei più suggestivi delle Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave in quanto si sviluppa sotto le alte pareti rocciose dei Monfalconi e del Cridola. Il sentiero parte dal rifugio Giâf (vedi descrizione qui), si segue il segnavia n. 346 per pochi minuti. Al primo bivio (tabella) si prende a destra il sentiero 340 che attraversa l’ombroso bosco di conifere sino al costone di mughi che si supera giungendo al panoramico punto di vista sulla vallata. Continuando si raggiunge il pianoro del Cason del Boschet (m 1705) dove si trova un campaniletto eretto in memoria della guardia gampestre Ermenegildo Antoniacomi "Canova" contenente quattro dipinti di artisti fornesi.
Dal pianoro del Boschèt è possibile svoltare a sinistra lasciando il sentiero N. 340 per aggirare il costone ed ammirare il grande e selvaggio versante del Valonùt di Forni, spesso abitato da branchi di camosci. Proseguendo si raggiunge la Mescala, la Forca del Cridola ed il Bivacco Vaccari, ma qui l'impegno fisico è più grande, quindi si consiglia di rientrare al Boschet per prseguire lungo l'anello di Bianchi. Lasciato il campaniletto, si scende lungo il panoramico tracciato con di fronte le alte guglie dei Monfalconi, l’intaglio della Forcella Giaf, la verticale Torre Spinotti.
Procedendo in silenzio si possono incontrare i diffidenti camosci, una vasta gamma di fiori e, in stagione, è possibile farsi una scorpacciata di mirtilli. Alla fine della discesa si incrocia il sentiero N. 346 (possibilità di rientro al rifugio) che si percorre per breve tratto per poi piegare a sinistra verso il sentiero 354. Passando sotto i bastioni spettacolari della Torre di Forni fino alla forcelletta (punto molto panoramico sopra il Rifugio Giaf) e poi dopo piccoli salti (vi è la presenza di un cavo di sicurezza) e mughi raggiungere il sentiero di rientro N. 342 che da Forcella Cason ci porta al rifugio Giaf.
NOTA. L'anello di Bianchi può essere percorso anche in senso contrario.
Vista lungo la parte alta dell'Anello di Bianchi, Dolomiti Forni di Sopra
Cartina, by Tabacco maps:
INFO SU ANEL DI BIANCHI: Rifugio Giaf LINK
CLAP VARMOST (mt.1754)
Il "Clap Varmost" è una sorta di solitario monolite che si affaccia sulla valle di Forni di Sopra, prende il nome dall’area circostante con stavoli, prati e l’omonima malga. Facilmente raggiungibile offre un panorama bellissimo, molto aereo sul verticale versante Sud da dove si puo ammirare tutta l’alta val Tagliamento, con lo sguardo che può spaziare a 360 gradi, dalle Dolomiti Friulane alle varie malghe al Clap Savon, dal Pramaggiore ai Monfalconi, dal Cridola fino alle Tre Cime con le Dolomiti cadorine.
ESCURSIONE PANORAMICA AL CLAP VARMOST, Forni di Sopra
Durante i mesi estivi dalla cima non di rado si ha la possibilità di veder volteggiare gli amanti del volo libero, che sfruttando le termiche create dalla parete verticale si alzano verso il sole a contrastare le frequenti poiane. Inoltre per gli appassionati dell’arrampicata sulle pareti Ovest c’è la palestra di roccia, oltre a varie salite di media lunghezza, come la tipica fessura o il preoccupante strapiombo che si protende sulla sottostante pista da sci. Le salite storiche sul versante Sud-Est sono di A.Antoniacomi-G.Perotti, 1950; A.Antoniacomi-D.Cella, 1953; L.Coradazzi-S.Maresia, 1957.
Sullo spigolo sud ovest del Clap Varmost c'è una spettacolare Ferrata Sportiva che dal caratteristico sperone al piede dello spigolo Sud risale le vertiginose placche sino alla cima. Leggi di più sulla ferrata del Varmost.
I paesani lo chiamano semplicemente “al Clap“ (il sasso) per la sua forma tondeggiante e isolata, da cui poi si ha “in som, sot, davour al Clap“ (in cima, sotto, dietro il Sasso). L’enorme e caratteristico conoide di sfasciumi e grandi massi, presente sul versante meridionale, viene chiamato “al Masareit “.
La cima erbosa era uno degli antichi siti dei falò di Ferragosto, assieme al "Pic di Siela" e al "Boschet". In quella notte, accanto alla croce, i pastori della malga accendevano il fuoco notturno propiziatorio ben visibile dal paese e dalle altre malghe.
ACCESSO :
Dalla frazione di Vico (mt. 910) si sale alla località “Chianeit“, per poi continuare sulla strada forestale (segnavia C.A.I. 207) che porta in malga aggirando da S-O l'incombente mole del "Clap". Passato “In Som al Picol“ (mt.1445), col "Rifugio la Baita" e la prima stazione degli impianti a fune, si prosegue lungo la strada che si snoda sulla pista da sci verso i pascoli, fino ai mt.1634 dell'insellatura di “Senas“. Qui invece di proseguire per la soprastante casera voltiamo a destra per umidi prati, dove un indicazione segnala il sentiero, poi nell'abetaia saliamo il gibboso costone del "Clap", dove in breve raggiungiamo la panoramicissima cima.Ore 2.30 ore circa dal paese.
Nei mesi turistici é possibile usufruire del primo (volendo anche del secondo) tronco di seggiovia, così tutto risulta più facile.
Foto sotto: panoramica sulle Tre Cime di Lavaredo dal Cla Varmost a Forni di sopra
MONTE SIMON (mt. 2123)
Il monte Simon è una panoramica cima erbosa, già pascolo, che si erge al di sopra delle malghe "Varmost e Lavazeit“. Il magnifico panorama che regala questa cima è alla portata di tutti. Da quassù si possono ammirare le cime frastagliate delle Dolomiti Friulane con i gruppi del Cridola e dei Monfalconi di Forni, il Pramaggiore e la Val Di Suola, i vicini Tudali e Tiarfin, il Clap Savon, la lontana Civetta, le Tre Cime di Lavaredo, l’Antelao, il Pelmo. Verso est si ammirano i monti friulani dalle Alpi carniche alle Giulie e tanto ancora.
Il Monte Simon facilmente raggiungibile dalla seggiovia del Varmost offre un panorama davvero incredibile.
ESCURSIONE PANORAMICA AL MONTE SIMON, a Forni di Sopra
Salendo le pendici del Simon (lungo i pascoli erbosi sede della pista di sci nei periodi invernali) non é raro osservare il capriolo che esce dai larici, rimanere sorpresi dal volo rumoroso dei galli forcelli, vedere il camoscio che scollina dietro l'orizzonte o sentire il grido della poiana che riempie il cielo. Nel prato non mancano i colori di timidi fiori che nessuno si sogna di cogliere.
Facile camminata ad una quota non elevata che regala impensabili visioni.
Il nome nella traduzione letterale fornese si lega sia all’antroponimo Simone che all’oronimo Cimone; sicuramente la seconda definizione appare più esatta, data la perfezione geometrica dei suoi costoni erbosi.
ACCESSO :
Come per tutta la grande zona del "Varmost" saliamo da Vico avendo sempre come punto di riferimento l’imponente e pacifico monolite. Dopo i prati di Pradas, il ghiaione, la stazione seggioviaria, procediamo lungo la strada forestale che ci porta direttamente in casera. Il segnavia é il 207. Giunti in malga "Varmost" (mt. 1758) si prosegue lungo la pista di sci, che si snoda a ridosso della stazione della seggiovia, percorrendo il canalone che porta all'evidente forcella "Tarondon" tra i monti “Crusicalas“ e “Simon“, nei pressi del traverso che collega la stazione di arrivo alla pista. Indi si risale il costone erboso fino in cresta, da qui direttamente alla cima. Dislivello in salita mt.1200, tempo circa tre ore e mezza. Adatto agli appassionati d'ogni genere questo costone erboso offre notevoli scorci panoramici e osservazioni naturalistiche.
Nei mesi turistici é possibile usufruire dei due tronchi di seggiovia, così tutto risulta più facile.
RIFUGIO GIAF (mt.1400)
Rifugio CAI inserito in un ripiano boscoso all'interno del "Parco delle Dolomiti Friulane", ai piedi del coston di Giaf, dove l’ambiente tipicamente Dolomitico delle cime frastagliate, degli arditi torrioni e delle nude pareti contrasta magnificamente col verde dei boschi situati sui più dolci versanti della valle.
STORIA DEL RIFUGIO GIAF:
Il rifugio, voluto dalla Guida Alpina Iginio Coradazzi “Bianchi“ e costruito dall’amministrazione comunale di Forni di Sopra, venne innaugurato nel 1947 dopo che i lavori erano iniziati fin dal 1940. L'edificio sorge su uno spiazzo che sovrasta il campivolo della vecchia malga, recentemente ristrutturata dal Parco, proprio sopra la chiesetta (ove sorgeva l'antico "cason"), edificata nel 1949 con l'auspicio dell'ing. Dino Cella in onore del fratello Erminio morto sul Pal Piccolo, con a fianco il cenotafio che rammenta agli escursionisti gli appassionati caduti su queste montagne Sullo stesso pianoro si trova anche il caratteristico edificio, realizzato nei primi anni '50, in funzione di rustica "dependance" oltre che di bivacco invernale.
Il nome "Giaf “(cavea) viene dato sia alla valle che al torrente ed è sinonimo di catino, depressione, avvallamento, vallone ghiaioso o erboso. Ma la sua radice é legata principalmente all’enorme forcella che si apre tra Monfalconi e Cridola, che per i Fornesi é semplicemente la "Forcia", mentre dai confinanti cadorini é chiamata “Scodavacca“. Significato che si presuma derivi da “scolum acquae“, dovuto alla sua eminente funzione di spartiacque tra Piave e Tagliamento.
Da sempre il Rifugio è un importante punto di riferimento per turisti e alpinisti, frequentato da eminenti scalatori e studiosi, oltre che da tutti gli appassionati fornesi, in tutte le stagioni e con qualsiasi tempo. Si racconta in proposito che nelle giornate piovose, al tempo di Casara, gli alpinisti presenti si allenassero salendo il bugnato spigolo S-O del fabbricato.
Per rispondere a questa continua presenza "Gino Bianchi“, pioniere dell’alpinismo fornese, vide la necessita di creare un punto d’appoggio per i sempre più numerosi alpinisti attratti dai Monfalconi e dal Cridola.
Per far fronte a questo crescente interesse la sua struttura si è nel tempo ingrandita e migliorata, grazie al sostegno delle varie amministrazioni comunali, della SAF di Udine e della Sezione CAI di Forni di Sopra, che ne cura la gestione.
Tra i primi gestori si ricordano, oltre alla famiglia Coradazzi (1947-1954), Micoli, Schiaulini & Ferigo, il famoso "Biondo" (Luigi Galiussi) seguito da Coradazzi Ugo "Bianchi", che negli anni '60 chiusero un'epoca. Dopo le brevi parentesi di Ticò Giglio e Anziutti Bruno, si arrivò alle lunghe gestioni di De Santa Marco e Lozza Stefano seguiti poi dalla famiglia di Bortoluzzi Oreste. Gli ultimi gestori sono stati Antonietta Spizzo e, dal 2020, Tommaso Lizzi con Alessandro Puntoriero e Marco Politi
Tel: 338.7856338
Emal: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito web: www.rifugiogiaf.it
NEI DINTORNI DEL RIFUGIO
Giaf=Incavo in fornese. Nome importante nella storia dell'alpinismo legato alla conquista di queste crode. Da qui passarono famosi pionieri. Già i nomi delle vette che ci sovrastano richiamano alla memoria quelle leggendarie figure: Barbe, Bianchi, Alfonso, Coradazzi (la guida fornese che per primo lo gestì segnando un'epoca), Berti, Hubel, Both, Cozzi, Koegel, Pitacco ...
Da qui si possono compiere salite estreme sulla rossa dolomia, oppure raggiungere l'omonima forcella e il sottostante rifugio Padova in Cadore; salire sulla punta più alta di questi monti (Cridola mt.2584) o frequentare i bivacchi in quota (Marchi-Granzotto e Vaccari), visitare l'originale apertura del "Porton dai Monfalcons" o spingersi verso la Val Montanaia ad ammirare il famoso "Campanile", arrampicarsi sulla vicina "Torre di Forni" oppure immergersi nell'infinito spettacolo che offre il circostante "Anello di Bianchi".
CARATTERISTICHE:
La solida struttura in pietra ben si inserisce nell’ambiente circostante, un ripiano boscoso all'interno del "Parco delle Dolomiti Friulane", ai piedi del coston di Giaf, dove l’ambiente tipicamente Dolomitico delle cime frastagliate, degli arditi torrioni e delle nude pareti contrasta magnificamente col verde dei boschi situati sui più dolci versanti della valle.
Attualmente, dopo vari lavori di ampliamento, dispone di 50 posti letto divisi, tra primo e secondo piano, in camere e cameroni, di sette bagni e tre docce, di servizio bar e ristorante al piano terra con circa 100 posti a sedere tra interno e esterno, telefono pubblico e chiamata del soccorso alpino. L'ambiente é arricchito con disegni, carte topografiche e, attorno al focolare, molte fotografie che fanno la storia di queste crode.
Particolarmente curata la gastronomia con i suoi piatti tradizionali.
L'acqua giunge direttamente dalla copiosa sorgente, che sgorga poco distante, sia nella fontana esterna che per i servizi interni.
E' dotato di parco giochi per bambini, campo da bocce, locale invernale.
Proprietario dell’immobile è il Comune di Forni di Sopra mentre la gestione è del C.A.I. Sezione di Forni di Sopra. Telefono del rifugio 0433/88002
FORCELLE vicine al rifugio Giaf:
Giaf o Scodavacca, Alta di Scodavacca, Sigaro, Alfonso, Las Busas, Cason, Alessandra, Pecoli, Urtisiel; Forca del Cridola, Tacca del Cridola, Torre Cridola, La Cuna, Valonut, Mescala.
ESCURSIONE PANORAMICA AL RIFUGIO GIAF a Forni di Sopra
ACCESSO :
Da Forni di Sopra: l'accesso all'importante area dov'é ubicato il rifugio, che va dai monti Tor, al Cridola, ai Monfalconi, avviene uscendo dall'abitato di Vico verso il passo della Mauria lungo la statale 52 della Carnia, dove dopo 3 km. in località Tarmàu troviamo sulla sinistra (mt. 966) l'innesto della strada di Giaf. La si percorre interamente nel suo tratto asfaltato sino all'area di sosta con parcheggio (mt. 1050).
Da qui, salvo accordo-navetta col gestore, si prosegue solamente a piedi, sia lungo la normale strada bianca in circa un'ora, oppure lungo il sentiero 346 che, dal primo tornante a quota 1106, costeggia la sponda dx del rio Giaf regalando panorami molto suggestivi per arrivare al Rifugio in circa 45 min.
Dal Passo della Mauria: si parte direttamente dal parcheggio a quota 1298 imboccando il sentiero 341 che attraversando e risalendo le sponde dei torrenti Torre e Fossiana conduce in circa due ore e trenta al Rifugio. Il percorso escursionistico e consigliato a tutti ed offre una gran varietà di scorci panoramici. Ore 3.00
Dal Rif. Padova: Dal rifugio (mt.1278), magari raggiunto in auto da Domegge, si sale l'intera Val Prà di Toro fino alla grande Forcella Scodavacca (mt. 2043) e continuanto sempre su segnavia 346 si scende direttamente in Giaf. Ore 3.00
COLLEGAMENTI :
Rifugio Pordenone mt. 1249, ore 4 - n° 361
Rifugio Flaiban Pacherini 1587, “Truoi dai sclops“ ore 6 - n° 361, 369, 367, 362
Rifugio Tenente Fabbro mt. 1783, (Alta via dei silenzi) ore 6 - n° 341, 207, 336
Bivacco Aldo Vaccari mt 2050, ore 2.30 - n° 340
Bivacco Marchi Granzotto mt. 2170, ore 2.30 - n° 342
Posto tappa: Carnia trekking, alta via dei silenzi n° 6, Anello Dolomiti friulane e Anello del Cadore.
TRUOI DAI SCLOPS, sentiero delle Genziane
Questo spettacolare percorso comprende molte delle caratteristiche più interessanti delle Dolomiti Friulane: dalle pareti verticali del gruppo del Pramaggiore e dei Monfalconi di Forni alle tranquille praterie alpine, dalla vegetazione dei boschi di fondovalle ai fiori rari o endemici delle alte quote, dagli incontri con stambecchi, camosci e aquile reali.
Perchè si chiama Truoi dai Sclops?
Il Truoi dai Sclops che in dialetto fornese significa "sentiero delle Genzianelle" prende il nome dalla stupenda Gentiana Froelichii (Genziana Cerulea) il bellissimo e raro fiore molto presente lungo il percorso, in particolare nelle piccole zolle di prato che costeggiano i sentieri ghiaiosi del Parco delle Dolomiti Friulane.
Il percorso del truoi dai Sclops nelle Dolomiti Friulane:
Per percorrere il Truoi dai Sclops, si parte dall'abitato di Forni di Sopra, e precisamente dalla località Davost (quota 900 m.) , dove si può parcheggiare l'auto per proseguire a piedi per la strada forestale (indicazioni per il rifugio Flaiban-Pacherini) fino al sentiero della Val di Suola (CAI 362) che conduce al rifugio ricostruito ed ampliato nel 2007 (1587m slm).
Dal Rifugio Flaiban Pacherini qui si può proseguire per il sentiero CAI 362 che scavalca il Passo del Mus (2063m slm), scende pochi metri sul versante sud e si collega al sentiero CAI 369; oppure, lasciato il sentiero CAI 362, si sceglie il sentiero che sale il Palon di Suola e giunge direttamente alla Forcella Fantulina alta dove si unisce con il CAI 362 per arrivare alla Forcella dell’Inferno (2175m slm). In entrambe i casi questa è la parte più faticosa del Truoi dai Sclops ma che spesso viene ripagata con l’avvistamento di stambecchi, camosci e della pernice bianca che frequenta questi ripidi versanti.
Da questa forcella si scende prima nella selvaggia Val di Brica, si scavalca quindi l’omonima forcella (2088m slm) per scendere infine nelle suggestive praterie alpine di Canpuros dove si trova una sorgente d'acqua cristallina e un antico ricovero in tronchi. Camminare sul vellutato prato di Canpuros (o Campuross) è un'esperienza straordinaria, il silenzio, il profumo dei fiori, l'avvistamento (quasi certo) di camosci o stambecchi, rendono questo posto veramente magico. L'istinto è quello di togliersi gli scarponi e camminare scalzi lungo la prateria alpina che è situata a 1900 metri di quota.
Continuando il Truoi dai Sclops, si inizia la discesa lungo una valletta tra mughi e radi larici fino un bivio che ci permette una sosta alla ormai vicina Casera Valbinon (o Val Menon 1778m slm) e a cui si torna per percorrere il traverso panoramico sulla Val Cimoliana e sulla Cima dei Preti, tra fitti mughi fino alla Forcella Urtisièl (1990m slm). Dalla forcella il sentiero scende prima lungo un ghiaione, piega quindi a sinistra, supera un crinale e scende infine al rifugio Giaf (1400m slm). Dopo una meritata sosta in rifugio sia il sentiero CAI 346 che la strada forestale consentono un agevole ritorno a Forni di Sopra.
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Il Truoi dai Sclops può essere percorso anche d'inverno, con gli sci da Alpinismo (riservato ad esperti), qui un video che illustra l'intera attraversata.
Lungo questo percorso, ogni anno, viene organizzata una gara di corsa non competitiva denominata Trail delle Dolomiti Friulane, l'evento richiama molti podisti ed escurionisti che vogliono attrraversare, il Truoi dai Sclops, uno dei percorsi più suggestivi e selvaggi delle Dolomiti Friulane. Vai alla pagina della corsa...