Cos’è quel gruppo di stelle? - Paiono le Pleiadi- Strano, quelle dovrebbero trovarsi nel buio dello spazio cosmico. Allora si tratta della loro immagine riflessa sul bianco della neve terrestre.
Guarda! scintillano, si muovono, oscillano; s’ode anche un brusio, ricorda quello prodotto dal campo elettromagnetico delle linee di alta tensione.
Adesso l’ammasso stellare, finora mantenuto in linee parallele forzate, si muove svelto e compatto; attrito stridente sopra gelidi cristalli, frenetico scambio alveolare di miscele gassose che condensano negli atti espiratori, bronchi e polmoni allo spasmo.
La pendenza si accentua sensibilmente e il glomere iniziale si sfalda, si dilata, si allunga: un serpentone di luci tremule, cuori che accelerano vertiginosamente.
Le Pleiadi si sono mutate in una cometa scintillante che procede veloce insinuandosi nello scuro freddo invernale. “Muola, Pràdas, Som Picòl, Senas, Varmost”, uno spettacolo inusuale di immagini e suoni.
La cometa pulsa, soffia, tossisce, arranca dalle luci di testa fino all’ultimo bagliore del suo strascico infinito. Ogni elemento di luce si misura, è in competizione per superare prima di tutto se stesso, si prodiga per concretizzare le proprie aspettative. La volontà innalza il limite di sopportazione della fatica fisica. Le masse muscolari divorano insaziabili l’ossigeno, carboidrati, glucidi e lipidi vengono spasmodicamente bruciati dalla macchina umana, mentre i cicli della pompa raggiungono regimi massimi.
E’ una situazione non a lungo sostenibile che la parte razionale del cervello vorrebbe interrompere, ma l’istinto bestiale della competizione interspecifica non vuole arrendersi. Così la gara continua; si risolverà in ossequio alle leggi della natura, dove ogni animale accetta infine il risultato della lotta e diligentemente si colloca nella nicchia che ha conquistato. Ci saranno altre occasioni, altri giochi per migliorare, per adattarsi meglio, per mettersi in discussione e riconoscere i propri limiti o le proprie capacità; anche l’autostima non nuoce.
Tagliato il traguardo, la cometa lentamente si accartoccia sul ciampèit (campivolo) della malga Varmost; i battiti tendono al minimo, le masse muscolari interrompono il lavoro, si placa l’ansimare, le frontali si spengono, i commenti si sprecano: "se, ma , sarebbe stato meglio, potevo fare di più, ho dato il massimo, mi ha superato di poco" ecc. ecc... Quello che però conta veramente, passato il frangente agonistico, è che dentro al rifugio si avverte un clima di generale soddisfazione e serenità.
La competizione istintiva e “animalesca“ imposta dall’orditura naturale è stata onorata nel migliore dei modi, cioè attraverso lo sport, una pratica che riconduce le rivalità fra gli uomini sulla strada della pace. Le tensioni si scaricano, i rancori si placano, intelligenza e civiltà trionfano, il fisico ne trae giovamento.
Guida Alpina Mario Cedolin
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